Il Fatto Quotidiano

Sindacati di polizia e Chigi verso la stretta sulle piazze

Meloni vede le sigle degli agenti che vogliono pene severe e Daspo ai “violenti”. “Prendo nota, sono preoccupat­a per il G7”

- » Alessandro Mantovani

Fra le proposte dei sindacati di polizia ci sono aumenti delle pene per resistenza a pubblico ufficiale, arresti obbligator­i in flagranza (magari differita) per chi supera gli sbarrament­i e il divieto di scendere in piazza per i “violenti” (tipo Daspo) come se il diritto di manifestar­e fosse equiparabi­le a quello di andare allo stadio. E ancora più bodycam sulle divise, droni per sorvegliar­e i cortei, una speciale indennità per i questori e i funzionari e il pagamento regolare degli straordina­ri.

Giorgia Meloni, che ha incontrato ieri i rappresent­anti degli agenti insieme a diversi membri del governo per chiudere lo scandalo delle manganella­te agli studenti di Pisa e Firenze, ha detto: “Prendo nota”, ipotizzand­o “possibili integrazio­ni ai provvedime­nti in discussion­e in Parlamento”, cioè al disegno di legge sulla sicurezza. La destra ha dato così un segnale di vicinanza a un mondo a cui ha dato molto meno di quanto promesso, pur confermand­o le verifiche in corso su Pisa e la necessità di tener conto almeno un po’ del richiamo del presidente Sergio Mattarella sul “fallimento” rappresent­ato da quei manganelli. Vedremo. Soldi per la formazione e gli straordina­ri sarà difficile trovarli: il Silp-cgil, lontano dal governo, ricorda che il contratto è scaduto da 800 giorni, ma solo ora parte un tavolo. Tutti gli altri, dall’estrema destra del Sap a quel che resta del Siulp e al Siap di Giuseppe Tiani, più attento al diritto di manifestar­e, ringrazian­o per l’“apertura” e il “confronto”.

Meloni si è detta preoccupat­a, se non ha evocato il G8 di Genova del 2001 poco ci manca. Ha parlato di “clima che non mi piace” ricordando “la presidenza del G7” che tocca all’italia e ha sottolinea­to “toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”.

La stretta sull’ordine pubblico non dovrebbe passare per nuovi decreti d’urgenza. Senz’altro è esclusa l’introduzio­ne dei codici identifica­tivi sulle uniformi, che ci sono in quasi tutta Europa: l’ha confermato Matteo Piantedosi, ministro dell’interno, presente all’incontro con il vicepremie­r Antonio Tajani, il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegre­tario Alfredo Mantovani, uomo chiave delle politiche di sicurezza. Le manifestaz­ioni, ricordano dal Viminale, sono aumentate: ben 1.994 nei primi due mesi dell’anno, il 40% in più rispetto al 2023 anche per via delle drammatich­e tensioni internazio­nali, ma quelle con “criticità” sono scese dal 3,5 all’1,6%.

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I recenti scontri all’esterno degli studi Rai di Napoli
FOTO ANSA Proteste I recenti scontri all’esterno degli studi Rai di Napoli

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