Sindacati di polizia e Chigi verso la stretta sulle piazze
Meloni vede le sigle degli agenti che vogliono pene severe e Daspo ai “violenti”. “Prendo nota, sono preoccupata per il G7”
Fra le proposte dei sindacati di polizia ci sono aumenti delle pene per resistenza a pubblico ufficiale, arresti obbligatori in flagranza (magari differita) per chi supera gli sbarramenti e il divieto di scendere in piazza per i “violenti” (tipo Daspo) come se il diritto di manifestare fosse equiparabile a quello di andare allo stadio. E ancora più bodycam sulle divise, droni per sorvegliare i cortei, una speciale indennità per i questori e i funzionari e il pagamento regolare degli straordinari.
Giorgia Meloni, che ha incontrato ieri i rappresentanti degli agenti insieme a diversi membri del governo per chiudere lo scandalo delle manganellate agli studenti di Pisa e Firenze, ha detto: “Prendo nota”, ipotizzando “possibili integrazioni ai provvedimenti in discussione in Parlamento”, cioè al disegno di legge sulla sicurezza. La destra ha dato così un segnale di vicinanza a un mondo a cui ha dato molto meno di quanto promesso, pur confermando le verifiche in corso su Pisa e la necessità di tener conto almeno un po’ del richiamo del presidente Sergio Mattarella sul “fallimento” rappresentato da quei manganelli. Vedremo. Soldi per la formazione e gli straordinari sarà difficile trovarli: il Silp-cgil, lontano dal governo, ricorda che il contratto è scaduto da 800 giorni, ma solo ora parte un tavolo. Tutti gli altri, dall’estrema destra del Sap a quel che resta del Siulp e al Siap di Giuseppe Tiani, più attento al diritto di manifestare, ringraziano per l’“apertura” e il “confronto”.
Meloni si è detta preoccupata, se non ha evocato il G8 di Genova del 2001 poco ci manca. Ha parlato di “clima che non mi piace” ricordando “la presidenza del G7” che tocca all’italia e ha sottolineato “toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”.
La stretta sull’ordine pubblico non dovrebbe passare per nuovi decreti d’urgenza. Senz’altro è esclusa l’introduzione dei codici identificativi sulle uniformi, che ci sono in quasi tutta Europa: l’ha confermato Matteo Piantedosi, ministro dell’interno, presente all’incontro con il vicepremier Antonio Tajani, il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario Alfredo Mantovani, uomo chiave delle politiche di sicurezza. Le manifestazioni, ricordano dal Viminale, sono aumentate: ben 1.994 nei primi due mesi dell’anno, il 40% in più rispetto al 2023 anche per via delle drammatiche tensioni internazionali, ma quelle con “criticità” sono scese dal 3,5 all’1,6%.