Melillo: “Spionaggio, fatto grave Indagini simili in altre procure”
L’audizione Il procuratore nazionale antimafia sull’inchiesta di Perugia: “Striano non può aver fatto tutto da solo”
La convinzione che il finanziere Pasquale Striano non abbia agito da solo. L’esistenza di indagini analoghe in altre procure. E poi il solco netto tracciato rispetto al suo predecessore Federico Cafiero De Raho oggi deputato M5S che per questo viene prontamente attaccato da renziani e centrodestra che paragonano il suo vecchio ufficio a un “colabrodo”. “Ciò che è avvenuto oggi non sarebbe più possibile. O, se ancora possibile, non sfuggirebbe ai controlli”, dice Melillo rivendicando la riorganizzazione dell’ufficio. Ci sono tutti questi ingredienti nell’audizione di fronte alla commissione parlamentare Antimafia del Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che, a proposito dell’inchiesta della Procura di Roma e poi di Perugia che
Esiste un mercato delle informazioni riservate Bisogna capire come nasce Giovanni Melillo
In Commissione La destra attacca Cafiero De Raho: “La sua Pna era un colabrodo”
ha portato all’iscrizione di Striano (all’epoca finanziere a capo del gruppo Sos della Pna) e di Antonio Laudati (in quel momento procuratore aggiunto della stessa struttura) con l’accusa di accesso abusivo alle banche dati delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) e non solo, ha esordito così: “È una situazione estremamente grave”. Specifica che gli accessi abusivi contestati a Striano (circa 800 con molti target politici, ma anche personaggi dello sport e dello spettacolo) hanno “caratteristiche che difficilmente paiono riconducibili a iniziative individuali”. Resta il fatto che lo stesso Melillo precisa: Striano utilizzava le banche dati (come la Siva per le Sos) usando le chiavi d’accesso della GDF e non della Procura guidata da De Raho. E racconta di accessi successivi alla sua rimozione.
Il vicepremier Matteo Salvini commenta quasi in diretta: “Ringrazio il procuratore Melillo che ha avuto parole di verità e coraggio. La Lega è il partito più spiato e infamato, per un certo verso mi inorgoglisce, vuol dire che siamo i più scomodi e quindi da colpire. Se ha ragione Melillo dovranno venire fuori i nomi dei mandanti che non sono a basso livello, ma di medio e alto livello”. Melillo aggiunge altro sale: “Difficilmente Striano può aver fatto tutto da solo. Esiste un mercato delle informazioni riservate. Bisogna capire se è frutto della debolezza dei sistemi digitali, se è un caso. O se esistono delle logiche più sofisticate e ampie”.
’’Aggiungendo una considerazione che ingolosisce ulteriormente il centrodestra: “Una certa convergenza” a interrogare le banche dati “verso una determinata area politica” ossia quella dell’attuale governo.
A chi chiede i nomi dei mandanti, e comunque la testa di De Raho, la ricostruzione di Melillo offre nei fatti una sponda: il procuratore racconta di aver trovato un ufficio in condizioni “disastrose”, di ispezioni interne che hanno prodotto “esiti sconfortanti” di “stillicidio di Sos pubblicate poi sulla stampa”. In seguito raddrizza parzialmente il tiro facendo riferimento a una debole protezione dell’infrastruttura dagli attacchi esterni, salvo equiparare il comportamento di Striano a quello di un hacker e, quando dalla platea dei parlamentari gli si ricorda che ha definito la gestione De Raho come una sorta di “colabrodo”, non smentisce che si faccia largo questa interpretazione. L’audizione dura oltre quattro ore ed è ricca di spunti da approfondire. Melillo riferisce
che, dopo l’esposto del ministro Guido Crosetto su un articolo del Domani (che raccontò delle consulenze avute in passato con Leonardo), dal quale partì l’inchiesta, la Procura di Roma chiede informazioni direttamente a Laudati (capo di Striano) invece che a lui, in qualità di procuratore. Ma, soprattutto, spiega che le indagini legate alle Sos pubblicate sui giornali non riguardano soltanto la Procura di Perugia e, s’immagina, solo i cronisti del Domani: altre inchieste sono in corso, l’ultima delle quali è nata da una segnalazione giunta dall’uif e immediatamente delegata a una Procura. La pubblicazione delle Sos nelle ultime settimane non s’è infatti arrestata.