C’è un filone segreto dell’inchiesta. E oggi Cantone al Copasir
C’è un filone segreto dell’indagine della Procura di Perugia sugli accessi ai sistemi informatici del finanziere Pasquale Striano ritenuti abusivi e su cui tanto si sta agitando la politica. Sono aspetti di cui nulla si sa finora ma di cui oggi, magari per i profili relativi alla sicurezza nazionale, ne potrebbe parlare al Copasir il procuratore Raffaele Cantone. La sua convocazione sarà secretata. Il Comitato parlamentare, che ha il compito di controllare l’operato degli 007, potrebbe infatti voler vederci chiaro su un aspetto: se c’è stato, o quantomeno se esiste il sospetto, di un coinvolgimento di qualcuno dei servizi segreti. Circostanza finora mai emersa nè provata.
L’audizione di Cantone in realtà era stata chiesta mesi fa dal Copasir, ma in quel momento per il procuratore tempi non erano ancora maturi. Nel frattempo le indagini sono andate avanti fino all’invito a comparire notificato il 15 febbraio e dal quale sono emerse le contestazioni mosse a Striano e altri.
Ma quello sugli accessi ai sistemi informatici non è l’unico aspetto dell’indagine perugina. C’è infatti una parte dell’inchiesta ancora completamente secretata che è in pieno svolgimento. E non è escluso che proprio in questi accertamenti possano trovarsi le risposte ai chiarimenti che potrebbe chiedere oggi il Copasir.
CANTONE
spiegherà anche quelli che potrebbero essere i profili di sicurezza nazionale. Che utilizzo è stato fatto delle informazioni alle quali accedeva Striano, che era in servizio alla Procura nazionale antimafia con il ruolo di comandante del “Gruppo Sos” (le segnalazioni per operazioni sospette)? Il finanziere è indagato per accesso abusivo perché secondo la Procura aveva ricercato informazioni su soggetti per poi girarli, in alcuni casi, a giornalisti che – facendo il loro lavoro – ne hanno fatto articoli di giornale. Ma ci sono anche ricerche che per i magistrati sono slegate ai rapporti con i cronisti. Il finanziere le faceva per curiosità personale o c’è altro? La Procura ora sta cercando di capire se ci sono altri che avuto accesso a quelle notizie riservate e sensibili. E per gli investigatori non è un aspetto secondario, soprattutto nel momento in cui tra le ricerche c’erano anche quelle su soggetti politici di un certo rilievo. Infatti Striano, proprio per il ruolo che ricopriva, poteva accedere alle più fornite banche dati del Paese. Non solo quindi gli “archivi” delle Sos, ma anche ad esempio il sistema Sidda-sidna, la banca dati nazionale dove confluiscono gli atti di tutte le procure distrettuali d’italia. È stato lo stesso Cantone che insieme al procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha chiesto di essere sentito sia dal Copasir che dalla Commissione antimafia (dove Melillo è andato ieri). Un’audizione la loro definita “doverosa” anche per la portata e il clamore dell’indagine.
OLTRE A STRIANO
l’inchiesta conta altri 15 iscritti. Tra questi Antonio Laudati, ex procuratore di Bari e poi procuratore aggiunto nazionale antimafia. In questi mesi la Procura di Perugia ha svolto diversi interrogatori convocando molti, anche se solo come persone informate sui fatti. Tra questi ci sono alcuni colleghi di Striano, che lavoravano nello stesso gruppo del finanziere, come pure è stato sentito Giovanni Russo, oggi capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e in passato procuratore aggiunto della Dna.