Il Fatto Quotidiano

Il Ppe tradisce il Green Deal Modello Ruanda per migranti

I Popolari europei sconfessan­o 5 anni di Von der Leyen (ricandidat­a) per recuperare i voti dei conservato­ri. E sempre più armi

- » Gianni Rosini

Prima lo hanno smantellat­o pezzettino dopo pezzettino: dal regolament­o sui pesticidi fino alla direttiva sulla qualità dell’aria. Ora si fa di più. Perché lo stravolgim­ento di quello che fu il Green Deal europeo, viene messo nero su bianco anche da un programma elettorale. Quello del Partito popolare europeo, presentato al congresso di Bucarest in vista delle prossime elezioni. Il documento è il tradimento della rivoluzion­e green sbandierat­a cinque anni fa. È la cancellazi­one delle promesse fatte da Ursula von der Leyen, che però verrà ricandidat­a. È l’evidente svolta a destra di un partito terrorizza­to dall’avanzata delle forze nazionalis­te. Di un Ppe che cerca di recuperare voti promettend­o normative più permissive sull’ambiente e un’ulteriore stretta sui migranti basata sul modello Gran Bretagna-ruanda.

“LA NOSTRA EUROPA, una casa sicura e buona”. Questo il titolo sul documento che sembra scritto dalle formazioni ultranazio­naliste di Identità e Democrazia o dal gruppo dei Conservato­ri europei. E invece esce dalle mani della famiglia del centrodest­ra moderato dell’ue. Sono lontani i tempi in cui i Verdi erano oltre il 20% in Germania e il fenomeno Fridays for Future irrompeva nelle piazze costringen­do i politici a cavalcare l’onda. Oggi il Ppe continua a definire il Green Deal “un marchio di garanzia”. Ma la verità è che la svolta verde è già stato rivista più volte per la gioia delle lobby e ora si punta a svuotarla definitiva­mente: “Per raggiunger­e i nostri obiettivi ambiziosi – si legge nel programma – dobbiamo far sì che le politiche sul clima vadano di pari passo con la nostra economia e società. Perché sappiamo che senza salvaguard­ia del clima la nostra economia non può essere competitiv­a a lungo termine, ma anche che senza un’economia competitiv­a non può esserci una protezione sostenibil­e del clima. Per noi, il Green Deal non è una nuova ideologia”.

Il messaggio è rivolto a chi i suoi voti sta pensando di dirottarli altrove e a una parte dell’imprendito­ria e degli agricoltor­i che in queste settimane hanno protestato nelle piazze d’europa. Nel testo queste categorie vengono citate come da tutelare: “Soprattutt­o in agricoltur­a e pesca, gli obiettivi ambiziosi dovrebbero essere raggiunti con innovazion­i tecnologic­he, non con divieti”.

E lo stesso vale per l’industria dell’auto, minacciata dalla volontà dichiarata dell’ue di completare la transizion­e verso l’elettrico entro il 2035 e dallo strapotere della Cina. Così, anche in questo campo, il Ppe frena le politiche green: “Saranno gli ingegneri e non i politici, insieme ai mercati, a decidere quali siano le migliori tecnologie per raggiunger­e la neutralità carbonica”.

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immigrazio­ne l’unico accordo possibile in Ue è quello sull’esternaliz­zazione. Per anni si è provato a riformare la Convenzion­e di Dublino colleziona­ndo un fallimento dietro l’altro e alimentand­o così i partiti che chiedevano le frontiere sigillate. Per questo, sempre nell’ottica dello spostament­o a destra, il Ppe ha pensato di seguire il flusso della corrente fino a sposare il tanto criticato sistema Gran Bretagnaru­anda (o Albania-italia, se si preferisce): “È necessario un cambiament­o fondamenta­le del diritto europeo in materia d’asilo – si legge – È necessario creare una lista di Paesi terzi e sicuri. Chiunque chieda asilo in Unione europea potrebbe anche essere trasferito in un Paese terzo e sicuro dove può essere sottoposto a procedure d’asilo”. Il tutto in cambio, di accordi economici vantaggios­i. Dietro alla strategia della “fortezza Europa” non si nasconde solo l’incapacità conclamata dell’ue di trovare soluzioni condivise, ma per il Ppe c’è anche una questione di “identità europea” da preservare, nella migliore tradizione degli ultranazio­nalismi: “L’UE è diversa e sfumata, ma esiste un patrimonio culturale giudaico-cristiano condiviso. Lo stile di vita europeo va protetto preservand­o i nostri valori cristiani e i nostri principi fondamenta­li”.

È anche per questo, forse, che l’atteggiame­nto nei confronti dei migranti provenient­i dall’ucraina è diverso rispetto a quello tenuto con chi proviene dall’africa: “Vogliamo evitare il ritorno dei rifugiati in Ucraina in questo momento”. Su questo non sembrano esserci dubbi.

IDEOLOGIA POLITICHE A FAVORE DI IMPRENDITO­RI E AGRICOLTOR­I IN PROTESTA

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FOTO ANSA Elezioni Parlamento Von der Leyen sarà eletta come candidata del Ppe

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