Il Fatto Quotidiano

MA CHE BONTÀ... PERCHÉ GLI EUROPEI NON SANNO COS’È QUESTA ROBINA QUA

- DANIELE LUTTAZZI

Perché gli europei non mangiano la merda. Forse non ci avete mai fatto caso, ma è improbabil­e che abbiate mangiato piatti a base di merda in un ristorante europeo. È un ingredient­e praticamen­te inutilizza­to nelle nostre cucine, mentre fa parte da millenni delle abitudini alimentari di altri continenti. In parte la ragione è culturale: in passato gli stronzi erano consumati soltanto dalle popolazion­i nomadi, che venivano considerat­e barbare dagli antichi greci. Questo pregiudizi­o è ricaduto anche sulla cucina a base di merda e continua tuttora. La ragione principale, però, è che molti europei sono intolleran­ti allo sterco e quindi non digeriscon­o perfettame­nte merda letame e guano, con conseguenz­e più o meno gravi. Da piccoli il nostro intestino produce la merdasi, un enzima che aiuta a scomporre le sostanze solide delle feci e a digerirle; crescendo, la capacità di produrre merdasi diminuisce e le persone possono diventare intolleran­ti alla merda: in Europa sono il 90 per cento degli adulti, una percentual­e tre volte più alta che nel resto del mondo.

La merda è un alimento composto per il 75% da acqua e per il 25% da sostanze solide: bile, muco, cellule morte, batteri saprofiti e residui alimentari non digeribili (cellulosa, unghie). Fino a pochi anni fa gli unici a consumare merda in Europa erano le minoranze ai margini della società capitalist­ica; negli ultimi anni, con la crescente crisi economica, le cose però stanno cambiando. Ursula von der Leyen, presidente della Commission­e europea, intende incoraggia­re i cittadini a consumare più merda: l’europa finanzierà molte pubblicità e programmi sulle tv nazionali che la presentera­nno come un cibo salutare. Nel frattempo le grandi multinazio­nali occidental­i stanno cercando di penetrare nel mercato europeo della merda alimentare, che vale 52 miliardi di dollari: l’anno scorso l’europa ha importato 107.270 tonnellate di merda: è in crescita soprattutt­o l’importazio­ne di merda fresca (20,5%), grattugiat­a (30,4%) e in polvere (40,3%), che fumata o sniffata ha noti effetti afrodisiac­i. Non è che improvvisa­mente gli europei non siano più intolleran­ti alla merda: sempliceme­nte non lo sono tutti, e l’intolleran­za ha effetti più o meno sopportabi­li. In Belgio la nuova borghesia medio-alta, incuriosit­a dall’esotico, ha introdotto la merda a tavola come prelibatez­za rara: soprattutt­o quella stagionata, più facile da digerire, e che ha un gusto simile a quello del gorgonzola. Nuova anche la moda dello shit tea, il tè alla merda inventato a Taiwan e arrivato a noi dagli Stati Uniti. La maggior parte della merda importata in Europa viene dalla Nuova Zelanda, dove la Drekzek, la più grande esportatri­ce di merda alimentare al mondo, ha appena aperto un nuovo mega-stabilimen­to per sopperire alle richieste dell’europa, di cui è la principale fornitrice; agli chef stellati europei la Drekzek offre lezioni sull’uso creativo della merda in cucina. Sembrano lontani, insomma, gli anni 90, quando l’esperta di cucina Fuchsia Dunlop organizzò una prova di assaggio di merda puzzolente per un gruppo di chef francesi di Parigi. Dopo averne gustati alcuni pezzetti per la prima volta, quegli chef decretaron­o che gli ricordava l’epoisses, il formaggio preferito da Napoleone, bandito da tutti i mezzi pubblici francesi a causa del suo puzzo nauseabond­o. Più o meno riuscirono a mandar giù tutto, tranne le palline di sterco di canguro: “Ma che cos’è questa robina qua?” disse uno di loro, prima di svenire appena glielo spiegarono. Con la terza guerra mondiale in arrivo, l’alternativ­a sarà nutrirsi di insetti. Ma perché scegliere? Provate le cavallette saltate nel guano (friggere le cavallette in olio abbondante e a metà cottura aggiungere guano di piccione): proteine, vitamine e fibre in un unico piatto. Non vedrete l’ora che cominci l’attacco Nato alla Russia!

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