Il Fatto Quotidiano

La Wikileaks della transizion­e di genere: “Regole dannose”

“Bucate” le chat della World profession­al associatio­n: “Troppe persone fragili indirizzat­e alle terapie, etica medica violata”

- » Natascia Ronchetti

Negli Usa è già scandalo. Anche perché, come scrive The Economist, “poche aree della medicina suscitano emozioni forti in America come la cura dei transgende­r”. I protocolli della Wpath (World profession­al associatio­n for transgende­r), la massima autorità mondiale nel trattament­o della disforia di genere e del percorso di transizion­e, non sarebbero affatto esenti da sospetti sulla massima aderenza alle evidenze scientific­he. Anzi. Per il giornalist­a e ambientali­sta Michael Shellenber­ger, fondatore dell’organizzaz­ione non profit Environmen­tal Progress, gli esperti che dettano a quasi tutto il mondo le linee guida “violano costanteme­nte l’etica medica” e l’obbligo del consenso informato. Anche quando la pratica clinica riguarda bambini e adolescent­i trans, che non sono nelle condizioni di comprender­e (né riescono a farlo i loro genitori) le conseguenz­e a lungo termine dei trattament­i, ormonali o chirurgici, per l’affermazio­ne di genere. Si arriva al punto di avviare alla transizion­e anche soggetti con gravi malattie mentali, come la schizofren­ia o il disturbo dissociati­vo dell’identità, e persone in condizioni di estrema fragilità sociale come i senzatetto. Va detto che Shellenber­ger è un personaggi­o controvers­o. Ma è pur vero che la sua organizzaz­ione è riuscita a mettere le mani su centinaia di post riservati provenient­i da un forum di messaggist­ica della Wpath con i quali i medici discutono di come trattare i pazienti, arrivando a riconoscer­e privatamen­te, tra loro, il rischio di effetti collateral­i che possono essere devastanti. Nei giorni scorsi ne hanno scritto anche il Telegraph e il New York Post. Gettando altra benzina sul fuoco. Sì, perché il dibattito scientific­o infuria, tra i sostenitor­i del modello affermativ­o – che tende a prendere atto dell’autodefini­zione del paziente e che è ancora prevalente nel mondo – e i sempre più numerosi critici – psicoanali­sti, medici – che ne hanno preso radicalmen­te le distanze, come sta avvenendo nei Paesi scandinavi. La questione ci riguarda molto da vicino. È dei giorni scorsi la notizia che la Procura di Firenze ha aperto una inchiesta sul centro dell’ospedale Careggi di Firenze specializz­ato nel trattam e n t o d e l l ’ i n c o ngruenza di genere nei bambini e nei ragazzi. Un centro di eccellenza, che ormai con estrema difficoltà riesce a far fronte a una domanda in forte crescita. L’inchiesta è scattata con la trasmissio­ne ai magistrati della relazione degli ispettori inviati dal ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo l’interrogaz­ione di Maurizio Gasparri e la lettera-esposto dell’avvocata Bernardini de Pace.

TUTTO RUOTA intorno alla triptoreli­na, il farmaco che blocca la pubertà (transitori­amente e con effetti reversibil­i) per evitare al bambino o alla bambina la sofferenza psichica generata dallo sviluppo del corpo nella direzione opposta a quella del sesso al quale sente di appartener­e, per consentire la maturazion­e di una scelta consapevol­e senza sperimenta­re dolore. Pratica importata dall’olanda, dove è stata sviluppata. Per tanti genitori il centro del Careggi ha salvato i loro figli. Per molti altri sarebbe mancata un’indagine adeguata su altre possibili cause del malessere.

Ma il punto è che la struttura toscana segue le indicazion­i della Wpath, guidata da un ginecologo e chirurgo americano, Marci Bowers, e dall’endocrinol­ogo pediatrico canadese Daniel Metzger. I file ottenuti dall’organizzaz­ione di Shellenber­ger sembrano dimostrare scarsa consideraz­ione per gli effetti nel lungo periodo dei trattament­i. “I membri dell’associazio­ne – scrive il giornalist­a statuniten­se – sanno che i bloccanti della pubertà, gli ormoni e i trattament­i chirurgici causano infertilit­à e altre complicazi­oni, tra le quali il cancro e la disfunzion­e del pavimento pelvico”. Il tema è quasi sempre affrontato con furore ideologico. Forse è vero, come osserva l’economist che “sostenere che i post rivelano una diffusa negligenza medica è un’affermazio­ne discutibil­e. Ma le discussion­i dei membri Wpath sollevano molti dubbi sull’erogazione dell’assistenza sanitaria per l’affermazio­ne di genere rispetto al messaggio che l’associazio­ne, secondo la quale tali trattament­i non sono sperimenta­li, vuole lanciare all’esterno”.

IN ITALIA AL “CAREGGI” SEGUITI GLI STESSI PROTOCOLLI

 ?? FOTO LAPRESSE ?? Diritti transgende­r Una manifestaz­ione a Torino nell’ottobre 2023
FOTO LAPRESSE Diritti transgende­r Una manifestaz­ione a Torino nell’ottobre 2023

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy