Interdetto Coscioni, presidente Agenas
Traballa di nuovo la poltrona di Enrico Coscioni, storico braccio destro del governatore della Campania Vincenzo De Luca in materia di sanità, alla presidenza dell’agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Da ieri Coscioni è stato interdetto per un anno dalla professione di medico, primario e cardiochirurgo, per essersi dimenticato una garza sul ventricolo sinistro di un paziente durante un intervento di sostituzione valvolare eseguito nel dicembre 2021 all’ospedale Ruggi di Salerno.
Il paziente si chiamava Umberto Maddolo, aveva 62 anni e una diagnosi di infarto in corso. È morto perché poco o nulla sarebbe stato fatto da Coscioni e dalla sua equipe medico-ospedaliera (anch’essa indagata) una volta accorti a fine operazione mancanza del lembo di garza, che abbandonato nel torace andò a ostruire l’aorta addominale uccidendolo. Il Gip di Salerno, Pietro Indinnimeo, concatena una sequela di errori commessi prima, durante e dopo l’intervento chirurgico. Alcuni dei quali nascosti dal primario nella cartella medica.
Coscioni avrebbe “anteposto al compimento di ogni attività utile al salvataggio del paziente la necessità di non pregiudicare se stesso e la sua carriera mediante l’ostensione delle gravi negligenze poste in essere nell’esecuzione dell’intervento chirurgico”, si legge a pagina 53 dell’ordinanza. A chiedere la rimozione di Coscioni dall’agenas sono i parlamentari salernitani di FDI in Campania, in primis il coordinatore campano Antonio Iannone. Come nel settembre 2021, quando il deluchiano già consigliere regionale campano, dopo un’assoluzione in primo grado, fu condannato in appello a due anni per le presunte indebite pressioni sui manager Asl di nomina centrodestra per indurli a dimettersi, e il meloniano Edmondo Cirielli chiese di applicare la Severino contro di lui. Coscioni non mollò la presidenza dell’agenas e poi è stato definitivamente assolto in Cassazione.
LA PROCURA di Salerno – pm Lidia Vivaldi – non sembra del tutto accontentata dal provvedimento. Aveva chiesto per Coscioni gli arresti domiciliari perché teme che le interferenze in corso in un altro processo in cui è imputato di colpe mediche, possano ripetersi anche in questo procedimento se lasciato a piede libero. E voleva comunque interdirlo anche dalla guida dell’agenzia pubblica, sottoposta alla vigilanza del ministero della Salute. Secondo il Gip le interfedella renze non sono attribuibili all’imputato. Sul punto Agenas, la Procura “si riserva di proporre appello”, si legge in una nota firmata dal procuratore Giuseppe Borrelli.
“Sono sorpreso e amareggiato del provvedimento interdittivo – replica Enrico Coscioni, difeso dall’avvocato Gaetano Pastore – mi presenterò nel più breve tempo possibile al gip per fornire tutti gli elementi a mia discolpa e chiarire la correttezza del mio operato”.