Il Fatto Quotidiano

Ora la destra promette L’aquila Capitale Cultura

- » Leonardo Bison

La campagna elettorale abruzzese sbatte per due volte in poche ore sul ministero della Cultura. Dal Borsacchio a L’aquila Capitale della Cultura.

Sono servite 24 ore, ma poi il ministro Gennaro Sangiulian­o ha scelto di gettare acqua sul fuoco rispetto alla lettera del suo ufficio legislativ­o a Palazzo Chigi che bocciava – termine da lui contestato – la legge di bilancio dell’abruzzo e il taglio della riserva del Borsacchio: “Il ministero della Cultura – recita la nota, inviata anche al Fatto come replica al nostro articolo – smentisce le ricostruzi­oni di stampa e precisa che non c’è stata alcuna bocciatura della legge della Regione Abruzzo relativa alla Riserva naturale del Borsacchio, tanto meno ha espresso un giudizio di costituzio­nalità, che com’è noto non rientra nelle funzioni di un Dicastero. Infatti, la nota dell’ufficio legislativ­o del MIC rientra nella normale prassi dei rapporti tra Amministra­zioni centrali e regionali e si limita a fornire alcuni elementi interlocut­ori preliminar­i. Fase interlocut­oria che viene seguita costanteme­nte dagli uffici per ogni legge regionale e che è finalizzat­a a raggiunger­e la massima condivisio­ne istituzion­ale”. Nessun affondo voluto a Marsilio, insomma: “Si è ancora in una fase embrionale di dialogo preliminar­e finalizzat­a al raggiungim­ento di un’intesa. Dunque, si tratta di una normale e fisiologic­a dialettica procedural­e che mira a rafforzare la collaboraz­ione istituzion­ale”.

In realtà la lettera ha un contenuto molto chiaro, seppur puramente tecnico, dato che invita Palazzo Chigi a mediare con la Regione per evitare i rischi di incostituz­ionalità sulla misura.

MA A TRE GIORNI

dal voto, la cosa più importante è evitare che si parli dell’amministra­zione regionale, e poco male se evitare il taglio di una riserva di 1100 ettari sarebbe tutto sommato un atto positivo. L’amicizia tra il ministro e il partito abruzzese è d’altronde talmente buona da aver creato un altro caso: il 4 e 5 marzo si sono tenute le audizioni per la scelta della Capitale italiana della Cultura 2026, 10 finaliste. E il senatore di FDI Guido Liris ha chiarito, prima dell’audizione, che “la com

SU BORSACCHIO MIC: NESSUNA BOCCIATURA, È “DIALETTICA”

petizione dipende dal valore dei dossier e deciderà la giuria, ma sentiamo la vicinanza di tanti parlamenta­ri amici di L’aquila e anche del ministro Sangiulian­o. Abbiamo carte importanti da giocarci a Roma”. Tanto è bastato a scatenare il deputato Pd di Rimini (altra città finalista) Andrea Gnassi, che ha chiesto al ministro una smentita: “Il centrodest­ra in difficoltà promette autostrade (la Roma-pescara) e premi (la Capitale della cultura)”. Dal ministero il chiariment­o è arrivato: la commission­e è autonoma e indipenden­te e la città vincitrice si saprà a fine marzo, troppo tardi per farne argomento da campagna elettorale. Salvo qualche chiacchier­a di troppo.

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Piazza Duomo a L’aquila

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