Ora la destra promette L’aquila Capitale Cultura
La campagna elettorale abruzzese sbatte per due volte in poche ore sul ministero della Cultura. Dal Borsacchio a L’aquila Capitale della Cultura.
Sono servite 24 ore, ma poi il ministro Gennaro Sangiuliano ha scelto di gettare acqua sul fuoco rispetto alla lettera del suo ufficio legislativo a Palazzo Chigi che bocciava – termine da lui contestato – la legge di bilancio dell’abruzzo e il taglio della riserva del Borsacchio: “Il ministero della Cultura – recita la nota, inviata anche al Fatto come replica al nostro articolo – smentisce le ricostruzioni di stampa e precisa che non c’è stata alcuna bocciatura della legge della Regione Abruzzo relativa alla Riserva naturale del Borsacchio, tanto meno ha espresso un giudizio di costituzionalità, che com’è noto non rientra nelle funzioni di un Dicastero. Infatti, la nota dell’ufficio legislativo del MIC rientra nella normale prassi dei rapporti tra Amministrazioni centrali e regionali e si limita a fornire alcuni elementi interlocutori preliminari. Fase interlocutoria che viene seguita costantemente dagli uffici per ogni legge regionale e che è finalizzata a raggiungere la massima condivisione istituzionale”. Nessun affondo voluto a Marsilio, insomma: “Si è ancora in una fase embrionale di dialogo preliminare finalizzata al raggiungimento di un’intesa. Dunque, si tratta di una normale e fisiologica dialettica procedurale che mira a rafforzare la collaborazione istituzionale”.
In realtà la lettera ha un contenuto molto chiaro, seppur puramente tecnico, dato che invita Palazzo Chigi a mediare con la Regione per evitare i rischi di incostituzionalità sulla misura.
MA A TRE GIORNI
dal voto, la cosa più importante è evitare che si parli dell’amministrazione regionale, e poco male se evitare il taglio di una riserva di 1100 ettari sarebbe tutto sommato un atto positivo. L’amicizia tra il ministro e il partito abruzzese è d’altronde talmente buona da aver creato un altro caso: il 4 e 5 marzo si sono tenute le audizioni per la scelta della Capitale italiana della Cultura 2026, 10 finaliste. E il senatore di FDI Guido Liris ha chiarito, prima dell’audizione, che “la com
SU BORSACCHIO MIC: NESSUNA BOCCIATURA, È “DIALETTICA”
petizione dipende dal valore dei dossier e deciderà la giuria, ma sentiamo la vicinanza di tanti parlamentari amici di L’aquila e anche del ministro Sangiuliano. Abbiamo carte importanti da giocarci a Roma”. Tanto è bastato a scatenare il deputato Pd di Rimini (altra città finalista) Andrea Gnassi, che ha chiesto al ministro una smentita: “Il centrodestra in difficoltà promette autostrade (la Roma-pescara) e premi (la Capitale della cultura)”. Dal ministero il chiarimento è arrivato: la commissione è autonoma e indipendente e la città vincitrice si saprà a fine marzo, troppo tardi per farne argomento da campagna elettorale. Salvo qualche chiacchiera di troppo.