Il Fatto Quotidiano

“Salario minimo, via alle firme”: il centrosini­stra sfida la premier

- LUCA DE CAROLIS

Il lancio di una (nuova) campagna sul salario minimo, per mostrare l’unità delle opposizion­i a poche ore dal voto in Abruzzo, dove un campo larghissim­o sostiene l’ex rettore Luciano D’amico. E per ricordare che è Giorgia Meloni, la prima avversaria, ad aver detto no a paghe più giuste. “Sul salario non ci arrendiamo” giura Giuseppe Conte. “Sfidiamo il governo” scandisce Elly Schlein dal palco di Pescara, con accanto D’amico e Stefano Bonaccini. E la sfida di tutto il centrosini­stra arriva con la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sui 9 euro di paga minima, idea di cui il Fatto parlò già mesi fa. Dopo il lavoro preparator­io degli emissari dei vari partiti – l’ex ministra Nunzia Catalfo per i Cinque Stelle, Maria Cecilia Guerra per il Pd – negli ultimi giorni si è accelerato, perché la partita abruzzese ha una portata ormai nazionale, con tutto il governo schierato per evitare una nuova disfatta dopo la Sardegna.

COSÌ IERI ecco la nota, sottoscrit­ta dagli ex giallorosa assieme a Azione, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa e Psi: ovvero, tutti i partiti che sostengono D’amico, fatta eccezione per Italia Viva, contrariss­ima al salario minimo. Poco o per nulla male per Schlein e Conte, che nelle scorse ore si sono sentiti tra loro e con gli altri leader per gli ultimi dettagli. Quelli per il segnale, nero su bianco: “Lanciamo una legge di iniziativa popolare per riproporre il salario minimo in Parlamento e rafforzare i contratti collettivi, perché sotto i 9 euro non è lavoro ma sfruttamen­to”. Clima di unità, insomma. Evidente anche nelle frasi di Conte, che a Otto e mezzo assicura: “Andremo al governo con il Pd”. Per poi promettere: “Se prendo un voto in più dei dem non dirò che sarò io il federatore”.

CONTE “ANDRÒ AL GOVERNO CON I DEM, NON DIRÒ CHE SONO IL FEDERATORE”

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