Boschi, norme salva-renzi e contro De Raho e Conte
Emendamento alla legge: il divieto di prendere soldi da Stati esteri non si applichi ai parlamentari in carica. Cioè l’ex premier
La legge sul conflitto d’interessi presentata dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che vieta a parlamentari e ministri di prendere soldi da Stati esteri potrebbe non applicarsi a Matteo Renzi, senatore di Italia Viva, che in questi anni ha percepito compensi anche in qualità di consulente dell’arabia Saudita. A voler escludere Renzi dalle nuove regole è la sua compagna di partito Maria Elena Boschi, che ha presentato un emendamento alla proposta di legge in commissione Affari costituzionali alla Camera: per Boschi la regola dovrebbe applicarsi solo per i parlamentari che hanno assunto la carica dopo l’entrata in vigore della legge e non per quelli già in carica, tra cui Renzi. Una norma che smentisce i commenti del leader di Italia Viva sulla proposta: “Sono disponibile a votarla”, aveva detto.
Ieri sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti alla proposta di legge di Conte: in tutto ne sono stati depositati 82, di cui 17 comuni della maggioranza e ben 36 proprio di Italia Viva, che vuole svuotare la proposta di legge di Conte. Gli emendamenti saranno votati la prossima settimana e la legge arriverà in aula a metà marzo.
IV: NON SI APPLICHI A RENZI
PROPOSTA IV VIETARE AGLI EX GIALLOROSA COMMISSIONI D’INCHIESTA
I più importanti riguardano l’articolo 15 della proposta di legge, cioè quella che vieta a parlamentari e ministri di incassare soldi da Stati esteri. Se Italia Viva con Boschi vuole che la norma non si applichi per Renzi ed estendendo l’incompatibilità tra gli affari privati tout court e la carica parlamentare (non passerà mai), i deputati di Azione di Carlo Calenda presentano un emendamento per chiedere che la norma si applichi proprio al senatore di Italia Viva specificando che debba riguardare anche compensi da “enti, istituzioni o persone giuridiche sottoposti al controllo del governo o di un'altra autorità pubblica di uno Stato estero”. Anche la Lega, dopo aver provato ad affossare la norma come rivelato lunedì dal Fatto, prova a irrigidire la legge specificando che nessuno potrà prendere compensi superiori a 5 mila euro da governi o enti pubblici di Stati esteri. Un modo per allontanare i sospetti degli antichi legami con la Russia. Igor Iezzi la chiama “norma anti-soros”.
NEL MIRINO CONTE, DE RAHO&C.
Ma quella sugli Stati esteri non è l’unica modifica ad personam proposta da Boschi alla legge. La deputata di Italia Viva propone di estendere le norme sul conflitto d’interessi non solo a ministri, parlamentari e amministratori locali ma anche a deputati e senatori che siano componenti di commissioni parlamentari d’inchiesta. Questi ultimi sarebbero tenuti “ad astenersi dal partecipare alle sedute che abbiano oggetti temi e argomenti che riguardino attività dagli stessi svolte, a qualsiasi titolo, prima dell'assunzione del mandato parlamentare”. Se questo non avviene, sarà il presidente della Camera a sostituirlo con la forza. Una norma contra personam che riguarda proprio gli ex esponenti del governo giallorosso Conte, Roberto Speranza e Francesco Boccia che dovrebbero far parte della commissione d’inchiesta Covid voluta da renziani e meloniani. Inoltre potrebbe essere estesa anche a quegli ex magistrati, Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, che oggi fanno parte della Commissione antimafia e in passato si sono occupati di criminalità organizzata. Boschi vuole anche estendere tutte le norme ai “conviventi”, emendamento che secondo fonti parlamentari potrebbe mettere nel mirino Olivia Paladino, la compagna dell’ex premier.
MODIFICHE A DESTRA
La maggioranza, invece, ha presentato 17 emendamenti comuni firmati dai capigruppo: vengono alleggeriti gli obblighi per gli amministratori locali, ridotto il tempo di “raffreddamento” con cui un parlamentare o ministro non potrà avere incarichi nel privato passando da 3 a un anno (in Ue il “cuscinetto” è di 2). Inoltre non ci sarà più obbligo di spostare le proprie quote in una fiduciaria se non si è azionisti almeno al 50% di una società. Le norme sul conflitto d’interessi per la destra non devono applicarsi a coniugi o parenti di secondo grado e le sanzioni vengono ridotte. Alcuni di questi emendamenti non passeranno, ma servirà un confronto tra maggioranza e opposizione. “Non ci sono preclusioni pregiudiziali – dice il relatore forzista Paolo Emilio Russo –. Bisogna modificare alcuni passaggi critici del testo originario, frutto di una impostazione eccessivamente rigida e ideologica. Sono fiducioso che si possa arrivare a un testo equilibrato e condiviso”.