Il Fatto Quotidiano

I dossier sulla Lega: fu la Banca d’italia a chiedere d’indagare

- » Antonio Massari e Valeria Pacelli

La Procura di Perugia, che si occupa di Pasquale Striano, il finanziere in forza alla Procura nazionale antimafia (Pna) accusato di accesso abusivo ai sistemi informatic­i, sta indagando sul dossier pre-investigat­ivo da lui preparato sui fondi della Lega Nord. Non è rimasto nei cassetti della Pna, come sostenuto qualche giorno fa dal partito di Matteo Salvini, ma è stato trasmesso nel 2019 a quattro diverse procure: Milano, Roma, Bergamo e Genova. Che ci siano accertamen­ti in corso lo ha spiegato Raffaele Cantone: “Striano – ha detto il procurator­e di Perugia in Commission­e antimafia – quando è andato via ha presentato un diario di tutte le pratiche che aveva fatto. E abbiamo successiva­mente a questo lavoro acquisito altre pratiche tra cui anche una sui fondi della Lega. (...) Abbiamo acquisito il dossier, ma non ancora approfondi­to”.

MA COME nasce questo dossier pre-investigat­ivo? Secondo quanto ricostruit­o dal Fatto tutto parte non da un input autonomo, ma da una segnalazio­ne dell’uif, l’ufficio di informazio­ne finanziari­a di Bankitalia (quello che prepara le Segnalazio­ne di operazioni sospette, le Sos) che la riceve da un ufficio analogo di San Marino. A quel punto l’uif la trasmette alla Dia, che a sua volta la manda alla Pna. Striano inizia a lavorarci. E prepara un dossier intitolato “Annotazion­i finanziari­e su operazioni legate alla Lega Nord” destinato alle quattro procure citate. Ci lavora alcune settimane. Forse un paio di mesi. La sua informativ­a contiene Sos ancora sconosciut­e che però, nel periodo del suo lavoro, e prima che l’informativ­a giunga alle procure, finiscono anche sui giornali. Striano era la fonte dei cronisti? È il sospetto della Procura di Perugia.

Nel frattempo la Procura di Milano – che nulla sapeva degli approfondi­menti del finanziere – stava indagando su due ex commercial­isti della Lega Nord, nell’ambito dell’inchiesta sulla Lombardia Film Commission. E la pubblicazi­one delle Sos sui giornali crea allarme: sono utili all’indagine e sono anche state rese pubbliche. La Procura chiede addirittur­a conto alla Finanza per verificare se le avesse oppure no.

Quindi quando il dossier pre-investigat­ivo giunge negli uffici lombardi iniziano i primi attriti con la Procura guidata in quel momento da Cafiero De Raho. I magistrati milanesi lamentano quattro circostanz­e: non sono stati subito messi a conoscenza degli approfondi­menti della Pna; le Sos sono state pubblicate sulla stampa; il titolo dell’annotazion­e può creare imbarazzi, perché fa pensare a un’indagine su un partito politico; infine, poiché non c’è l’ombra della mafia non si capisce perché la Pna se ne stia occupando. Il dossier di Striano diventa quindi un casus belli tra procure ordinarie e Antimafia.

L’annotazion­e intanto viene spedita anche alla procura di Genova, che nel 2019 indagava sui 49 milioni confiscati in via definitiva alla Lega. I pm in quel momento sospettava­no che parte di questi soldi erano stati fatti sparire in Lussemburg­o e poi fatti rientrare, in parte, subito dopo i primi sequestri disposti della procura. A dicembre del 2019 ci sono alcune perquisizi­oni, ma alla fine le accuse non trovano riscontro e l’inchiesta viene chiusa con un’archiviazi­one.

Questo l’iter di quel dossier pre-investigat­ivo sui fondi della Lega sul quale adesso la Procura di Perugia disporrà approfondi­menti per capire se vi sono state anomalie. Se così non fosse, il finanziere stava svolgendo un lavoro su una segnalazio­ne che arrivava dall’uif. Inoltre nell’invito a comparire per il finanziere e gli altri 15 indagati si fa riferiment­o a Sos riguardant­i proprio Lombardia Film Commission o altri soggetti legati a quella vicenda.

Per la Lega Nord però il caso è già chiuso: il partito di Salvini ha parlato di un “vero e proprio attacco alla democrazia”. “Un dossier sui finanziame­nti della Lega finito nei cassetti della Dna – che pure non aveva competenza – e non è stato trasmesso ad alcuna procura distrettua­le. Perché erano state raccolte e custodite quelle informazio­ni?”, era la nota della Lega del 7 marzo. In realtà, il dossier era stato inviato a quattro procure e partito dopo una segnalazio­ne di Bankitalia.

Il caso L’annotazion­e di Striano conteneva le Sos pubblicate dai giornali. Spedita ai pm di Milano, ignari degli approfondi­menti in Dna

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