Non disturbare Renzi: su Open in Giunta si vota a urne chiuse
Aurne abruzzesi chiuse, la Giunta per le immunità del Senato, martedì, deciderà sulla richiesta di autorizzazione al sequestro della corrispondenza nei confronti di Matteo Renzi da parte dei magistrati di Firenze che lo accusano del reato di finanziamento illecito ai partiti. Le toghe dell’inchiesta sulla Fondazione Open avevano bussato a Palazzo Madama ormai tre mesi e mezzo fa: era infatti il 23 novembre scorso quando la richiesta era stata protocollata agli atti dell’organismo presieduto da Dario Franceschini del Pd e che, stando al regolamento, doveva essere definita entro un mese (ossia il 27 dicembre) per poi essere trasmessa in aula per il voto finale. Epperò fin da subito, complice una partenza al rallentatore, una ulteriore richiesta di documentazione al tribunale di Firenze che ha reso ancora più lasco il ritmo in Giunta, e ben due sedute dedicate a sentire l’interessato, alla fine si è arrivati a scavallare dicembre, gennaio, febbraio e pure un bel pezzo di marzo. Soprattutto l’appuntamento di domenica in Abruzzo dove il centrodestra appoggia Marco Marsilio e un campo larghissimo, che va dal Pd ai 5Stelle passando per sinistra, Calenda e appunto Renzi, Luciano D’amico. Campi avversi polarizzati che la prossima settimana in Parlamento sono destinati a scompaginarsi. Tanto al Senato quanto alla Camera dove l’analoga Giunta per le immunità è convocata per giovedì sul sequestro di corrispondenza, sempre per la stessa inchiesta, nei confronti di Maria Elena Boschi e Luca Lotti (indagati) e Francesco Bonifazi (non indagato). Il centrodestra è intenzionato a votare no alla richiesta dei magistrati e lo stesso faranno Azione e Iv, mentre il M5S voterà sì. E il Pd? Finora il partito di Schlein ha giocato sostanzialmente a carte coperte, forse complice il voto in Abruzzo ma anche la partita che si sta giocando tra Renzi e Pd attorno alla successione del sindaco di Firenze.