Il manifesto FDI anti-colle: “Il presidente lo scegli tu”
Nervi tesi sulla riforma costituzionale
Dopo lo scontro – con tanto di ping pong di dichiarazioni – sulle manganellate della polizia a Pisa, Fratelli d’italia apre un altro fronte con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mentre la riforma costituzionale sul premierato accelera al Senato, in Fratelli d’italia sta circolando da giorni un volantino che, anche se indirettamente, va all’attacco dei poteri del Quirinale. Una brochure di due pagine che anticipa lo slogan della campagna referendaria: “Il Presidente lo scegli tu, non il palazzo”, è il titolo. Solo in basso, più piccolo, si specifica che si sta parlando del presidente del Consiglio, ma il messaggio del volantino è chiaro: l’obiettivo è il presidente della Repubblica.
Un volantino preparato dall’ufficio studi di Fratelli d’italia guidato da Francesco Filini (fedelissimo del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) insieme all’ufficio comunicazione del partito che servirà per presentare a parlamentari, dirigenti, militanti ed elettori la riforma costituzionale approvata a novembre in Consiglio dei ministri e oggi in discussione in commissione Affari costituzionali al Senato.
ALLA COPERTINA
già abbastanza chiara del volantino, si aggiunge una seconda pagina in cui si trovano tutti riferimenti indiretti al Colle. “Con la riforma costituzionale fine dei giochi di Palazzo”, si legge. I tre punti evidenziati della riforma sono proprio quelli che riguardano i poteri del presidente della Repubblica che saranno molto limitati: “Il presidente lo scegli tu non il palazzo”, è il primo. Nella spiegazione in piccolo si spiega che “saranno gli elettori, con il loro voto, a scegliere il premier”. Dunque, non più il Quirinale. “Stop senatori a vita” è il secondo punto cardine evidenziata dal volantino. Un altro potere che oggi spetta al presidente della Repubblica: “Lo saranno solo gli ex capi dello Stato, salvo rinuncia”.
Infine, l’ultimo passaggio è questo: “Mai più ribaltoni e inciuci di governo”. Svolgimento: “Caduto un esecutivo, non sarà possibile formarne uno nuovo sostenuto da una maggioranza diversa da quella espressione della volontà degli italiani”. Un’altra accusa che Meloni ha sempre mosso ai vari inquilini del Quirinale, da ultimo per la decisione di indicare Mario Draghi come premier nel 2022. La leader di Fratelli d’italia, insieme a Luigi Di Maio,
SCONTRO BROCHURE PER INDICARE I POTERI TOLTI AL QUIRINALE
nel 2018 arrivò a chiedere l’impeachment per il presidente della Repubblica dopo la decisione di non nominare Paolo Savona al ministero dell’economia del governo Lega-m5s.
Una brochure, ideata per la riforma presidenziale, che certifica quale sarà la vera partita che si giocherà nei prossimi mesi tra il Quirinale e Palazzo Chigi: la riforma del premierato. Anche se Meloni ha ripetuto che i poteri di Mattarella “non vengono toccati” e il Colle ha fatto trapelare di non voler commentare il contenuto della riforma costituzionale, sarà questo il dossier su cui i rapporti tra i due potrebbero davvero incrinarsi.
La premier ha imposto ai suoi parlamentari di andare spediti al Senato: in settimana sono stati bocciati tutti gli emendamenti dell’opposizione. Obiettivo: approvarla entro aprile, prima delle Europee.
Qualcosa si è già rotto con le manganellate di Pisa, con Mattarella che ha preso posizione in difesa degli studenti pestati dalla polizia e Meloni che prima ha attaccato “le istituzioni” che tolgono la fiducia alle forze dell’ordine per poi correggersi, quattro giorni dopo, sul fatto che non intendesse fare riferimento al Quirinale.
I DUE DA ALLORA
non hanno avuto un chiarimento ma ieri, a margine della cerimonia per l’8 marzo, si è verificato un altro fatto che certifica una certa freddezza tra Mattarella e Meloni. Prima si sono salutati insieme alle alte cariche dello Stato in un salottino antistante il salone dei corazzieri, poi, al termine della cerimonia e dopo un breve colloquio con Licia Ronzulli, la premier ha risposto così a chi le chiedeva se condividesse le parole di Mattarella di pochi minuti prima sui regimi che censurano gli artisti: “Certo, sono d’accordo – ha replicato la premier – Per questo non ho mai condiviso una certa censura che, per esempio, la sinistra italiana ha lungamente fatto a tutti quelli che non erano d’accordo con loro”. Una polemica politica fuori contesto. Con un possibile sottinteso: che in mezzo a quella sinistra, ci sia Mattarella medesimo.