Tim, la Lega piazza il collezionista di Cda
Gli amici degli amici sono sempre amici. E questo vale anche per il futuro Cda di Tim: tra i nomi inseriti nella lista per il rinnovo del board c’è l’avvocato lombardo Andrea Mascetti, storico amico del ministro leghista dell’economia Giancarlo Giorgetti. Il suo ministero attraverso Cassa depositi e prestiti ha oltre il 10% nella società di telecomunicazioni. È una storia già vista. E però il nome dell’avvocato Mascetti, già consigliere del capo della Lega Matteo Salvini, se pur mai iscritto nel registro degli indagati, è emerso più volte nelle ultime due grandi inchieste della Procura di Milano. Da un lato il caso Moscopoli, poi chiuso con una sonora archiviazione, e dall’altro l’indagine Mensa dei poveri sul nuovo tangentificio Lombardia che ha visto prima indagato e poi archiviato il governatore Attilio
Fontana e ha portato a decine di condanne.
Recordman di incarichi, dalla Fondazione Cariplo a Italgas, dopo che il suo nome sui giornali è stato legato al Russiagate italiano, Mascetti dissociandosi della presunta corruzione internazionale, ha confermato di conoscere Gianluca Savoini, l’ex sherpa salviniano per gli affari a Mosca. Il nome di Mascetti non compare per intero negli atti, ma solo spezzettato nel famoso audio del 18 ottobre 2018, quando Savoini, assieme a Francesco Vannucci e al legale Gianluca Meranda incontrano tre facilitatori russi per mettere a punto una compravendita di petrolio dalla quale scontare un 4%, circa 60 milioni di dollari da utilizzare per la campagna elettorale delle Europee 2019. “L’idea – dirà Meranda ai tavoli dell’hotel Metropol di Mosca – è che con uno sconto del 4% possono sostenere una campagna (…). Direi che hanno fatto i loro piani con un 4% netto, quindi se ora dici che lo sconto è del 10%, direi che il 6% è vostro. Ok?”. Quindi passando a ipotizzare le banche che possano fare da camera di compensazione . cita Banca Intesa Russia e dice: “Bisogna chiedere a lui, quel ragazzo che comincia con ‘Ma’ e finisce con ‘etti’ in Intesa”. Gli atti successivi diranno che il trio leghista si orienterà su altre banche.
Più consistente invece la presenza di Mascetti, ancora una volta non penalmente rilevante, per come emerge dall’indagine Mensa dei poveri. È lui, secondo diversi verbali agli atti, l’ipotetica chiave di volta per comprendere il sistema corruttivo leghista. L’ipotesi però non andrà oltre. L’indagine arriverà a sentenza sul fronte di Forza italia, con al centro le manovre di Gioacchino Caianiello detto il Mullah o Jurassic Park. Comunque sia a parlarne è Laura Bordonaro, stretta collaboratrice di Caianiello, che davanti al pm Lugi Furno spiega: “Lui finanzia la Lega attraverso alcune sue associazione, tra queste Terra Insubre”, di cui Mascetti è stato il fondatore. Insomma incarichi e consulenze, ad esempio negli organi di vigilanza di società partecipate, sarebbero il volano dei pagamenti. Parole che aiutano a capire lo sfondo ma ritenute prive di rilevanza penale.
Di lui si è occupata anche Report: contro la trasmissione di Sigfrido Ranucci l’avvocato nel 2021 ha fatto un’inedita richiesta di accesso agli atti in Rai, che di fatto invadeva il campo delicato delle fonti confidenziali dei giornalisti. La Rai ha rifiutato i documenti, il Tar del Lazio ha dato parzialmente ragione a Mascetti, ma nel 2022 il Consiglio di Stato ha escluso che la tv pubblica avesse obblighi nei suoi confronti. Nel frattempo Mascetti continua a fare incetta di incarichi, l’ultimo nel cda di Tim.