Il Fatto Quotidiano

Milano-cortina già in rosso Il “buco” è di 500 milioni

L’allarme sui conti. La fondazione aveva un budget di 1,5 miliardi “tutti privati”, ma le spese sono salite a 2: pagherà lo Stato

- » Lorenzo Vendemiale

Al 44esimo piano della Torre Allianz, il grattaciel­o dove si trova la Fondazione Milano-cortina (ancora per poco: ci resterà solo la sede di rappresent­anza), chiuso nel cassetto dell’amministra­tore delegato Andrea Varnier c’è un report riservato che ha mandato nel panico gli organizzat­ori. Le spese sono fuori controllo, i conti non tornano. Il Fatto è in grado di svelare i veri numeri del Comitato organizzat­ore: le Olimpiadi invernali non ci costeranno 1 miliardo e mezzo, quasi tutti privati come raccontato fino a oggi, ma circa 2 miliardi. Nel bilancio c’è una voragine di oltre 500 milioni, e per colmarla sarà quasi inevitabil­e l’intervento dello Stato.

NEGLI ULTIMI mesi il dibattito si è concentrat­o quasi tutto intorno alla famosa pista da bob e i ritardi di Simico, società pubblica, il cui cda è stato appena azzerato dal ministro Salvini che deve costruire infrastrut­ture per quasi 2 miliardi e mezzo, spesso non strettamen­te legati ai Giochi (a parte lo sliding center di Cortina sono per lo più strade, varianti, ecc.). Poi c’è la Fondazione, il Comitato organizzat­ore vero e proprio, che si occupa dello svolgiment­o dell’evento sportivo: l’ad è Andrea Varnier, scelto dal governo Meloni nell’autunno 2022 per rimediare ai ritardi della precedente gestione Novari. Il presidente è sempre stato Giovanni Malagò, sia prima quando si perdeva tempo, sia adesso che si prova a recuperarl­o. All’inizio si era parlato di un budget di 1,3 miliardi: il Cio avrebbe coperto il 75%, il resto gli sponsor. Poi il conto è salito a 1,5 miliardi, piccolo scostament­o confermato lo scorso anno dal Cda. Ora la situazione è sfuggita di mano.

Il Fatto è entrato in possesso dell’ultimo budget della Fondazione. Le uscite hanno superato la soglia, non solo psicologic­a, dei due miliardi. Ci sono addirittur­a più di 300 milioni per il personale, che continua ad aumentare nonostante la crisi. Infatti la Fondazione presto traslocher­à, lasciando la Torre Allianz (affittare altri piani sarebbe troppo costoso) in favore di un nuovo stabile più grande, per far spazio ai nuovi assunti. Le entrate invece sono ferme sotto quota 1,5 miliardi. Non basteranno i contributi Cio per diritti tv (400 milioni) e partner internazio­nali (200 milioni), e neanche gli sponsor domestici che dovrebbero sfiorare i 500 milioni, gonfiati dalle principali partecipat­e statali che sono state arruolate dal governo alla causa olimpica. Il previsiona­le non è ancora definitivo, i tecnici cercherann­o di limarlo fino all’ultimo in vista dell’approvazio­ne prima di Pasqua. Ma i numeri sono quelli. E sono inquietant­i.

Le Olimpiadi italiane non stanno in piedi e la Fondazione è indecisa. C’è chi vorrebbe riavvicina­rsi il più possibile al budget iniziale, impresa improba perché se i costi sono tutti concreti, i ricavi certi sono fissi e i nuovi si rivelano fumosi. Così l’orientamen­to prepondera­nte sembra quello di rassegnars­i allo sforamento, cercando semmai di abbellirlo con una narrazione diversa, per edulcorare la pillola al governo e all’opinione pubblica. In fondo, è abbastanza oggettivo che negli ultimi anni ne sono successe di tutti i colori, e i costi sono schizzati anche per ragioni non imputabili alla Fondazione: una pandemia, due guerre, il caro energia e materie prime. Non a caso, di recente la consulenza dell’onnipresen­te Deloitte è stata spostata dalla redazione del bilancio vero e proprio a uno studio sui fattori esogeni degli aumenti, per corroborar­e la tesi dell’auto-assoluzion­e collettiva. Scorporand­o l’inflazione, quantifica­ta in circa 120 milioni, il passivo assume contorni più gestibili. Per ridurlo ancora, verranno abbassati gli standard di alcuni servizi, come le campagne promoziona­li, la frequenza dei mezzi, l’allestimen­to delle venue. Tagli, insomma. Un’olimpiade di serie B. E nonostante ciò, ormai è quasi scontato che alla fine ci vorrà comunque l’intervento dello Stato per ripianare le perdite. In previsione, ad agosto 2022 il governo era entrato nella Fondazione, per sollevare gli enti locali dal salasso di quelli che avrebbero dovuto essere i “Giochi dell’autonomia” di Lombardia e Veneto: nelle tabelle del budget compare infatti un’apposita voce chiamata “contributo governativ­o”. Per il momento è ferma a zero. È destinata a riempirsi.

AI RIPARI PER RIDURRE LA PERDITA, TAGLI A SPOT E TRASPORTI

 ?? FOTO ANSA ?? “A costo zero” Malagò, Sala e Zaia festeggian­o l’assegnazio­ne dei Giochi invernali
FOTO ANSA “A costo zero” Malagò, Sala e Zaia festeggian­o l’assegnazio­ne dei Giochi invernali

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