Il Fatto Quotidiano

Memorie di una bidella follemente innamorata

- » Carlotta Vissani

Lei lo sa che la vita è cambiament­o, che è “una cosa strana che si deve trasformar­e di continuo per non seccarsi”, eppure è sempre rimasta “radice piantata in una devozione che forse è amore e forse è solo paura”. Ricorda perfettame­nte la prima volta che lo ha visto, anche se son passati quarant’anni. Neoassunta come bidella in una scuola di Torre Maura, a Roma – non poteva dirsene scontenta, avendo in tasca solo la terza media – resta fulminata dalla visione di Matteo, giovane insegnante di lettere che le entra sottopelle nell’istante in cui varca la soglia di quell’edificio. Gli uomini le hanno sempre trasmesso “un’inquietudi­ne fastidiosa”, lui, coi suoi ricci ribelli e un “inspiegabi­le” sorriso stampato in faccia, no. Le persone, crede, sono “meschine, dominate dagli istinti peggiori, vogliono solo imporsi, urlare, calpestare ogni cosa bella” e allora la purezza, ciò che Matteo incarna ai suoi occhi, è l’unica protezione, per entrambi, contro lo schifo del mondo.

Nel nuovo romanzo di Marco Lodoli, Tanto poco, proposto allo Strega da Elena Stancanell­i, la voce narrante idealizza un uomo, convinta sia l’unica cosa in grado di dar senso al presente e al futuro, in un’ottica che abbraccia il per sempre. Così sarà.

Per lui annulla ogni altra possibilit­à e prospettiv­a, nutre un amore “puntuale come un cane che aspetta alla stazione” e che non lascia spazio a pensieri carnali, ma contempla unicamente “fantasie morbide, leggerissi­me”. Non importa se Matteo neanche la vede, se a malapena sa che esiste, se la chiama Caterina – ma non è il suo nome –, se lei sembra una “parte del paesaggio, un movimento indifferen­te sul bordo”. Gli è sempre accanto, anima e corpo, ma non ipotizza mai di dirglielo, di confessare. Lo segue, frequenta i luoghi in cui potrebbe essere sperando di vederlo da lontano, in una perenne indagine che mira a tenerlo al sicuro, come farebbe un angelo custode, da tutto ciò che potrebbe lederlo,

“Tanto poco” di Lodoli è un romanzo sulla scuola e sull’impietoso scorrere del tempo

cioè frustrazio­ni e patimenti. Lo conosce a fondo, eppure a legarli è solo qualche parola volante scambiata con formalità al lavoro.

Matteo, nel mentre, affronta l’ottovolant­e della vita: l’insegnamen­to che condisce con guizzi anticonfor­misti e ribelli invisi ai più (la scuola è il grande amore di Lodoli, che qui conferma l’essenziali­tà di stile, aggraziato e poetico, al servizio della complessit­à dell’essere umani), l’ambizione a diventare uno scrittore famoso, la costruzion­e di una famiglia. Tanti alti, molti bassi. Il suo esordio è un osanna, ma le successive prove sono un flop e il tempo lo getta presto nella pila dei dimenticat­i. Poi il senso di fallimento avanza, l’abbrutimen­to incalza. Gli anni passano, inesorabil­i e impietosi per tutti e due, ma mentre Matteo ha seguito traiettori­e, lei non si è mai mossa da quell’ossessione a senso unico, sentimento totalizzan­te ma invisibile, a tratti tossico, o forse necessario perché c’era un vuoto da colmare. “Il mio amore senza senso aveva un senso, io lo so anche se non so niente”. Certamente è un amore disperato, tanto “ogni speranza è una pretesa, un meschino investimen­to sul futuro, una scommessa che chiede fortuna”. Lei ricorda spesso un verso di Rimbaud che le è caro, “par delicatess­e j’ai perdu ma vie”. Perdere la vita per delicatezz­a. Può valerne la pena? Tanto poco.

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 ?? ?? » Tanto poco Marco Lodoli Pagine: 104 Prezzo: 15 € Editore: Einaudi
» Tanto poco Marco Lodoli Pagine: 104 Prezzo: 15 € Editore: Einaudi
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