Il Fatto Quotidiano

L’idf ha già diviso in due la Striscia con 6 km di strada

- » Roberta Zunini Wall Street Journal

Dall’alto dei cieli, i satelliti hanno svelato che giù, sulla terra, nell’inferno di Gaza, tra le macerie, corre una nuova strada costruita dall’esercito israeliano dopo 7 ottobre. Le forze di difesa di Israele sostengono si tratti di un’arteria che serve per far correre i blindati senza ostacoli, ma la realtà sembra ben diversa. Si tratta piuttosto di una linea tracciata dal confine con Israele fino al Mediterran­eo che taglia longitudin­almente la Striscia così da dividere il nord dal sud.

A renderlo noto è stata la Cnn che ha visto le foto satellitar­i dello scorso 6 marzo in cui risulta evidente che la strada ancora in costruzion­e ora si estende per quasi tutta la larghezza della Striscia: circa 6,5 chilometri. Secondo l’analisi della Cnn, circa 2 chilometri comprendon­o una strada esistente, mentre il resto è nuovo. Le forze di difesa israeliane hanno ribadito alla Tv americana che stanno utilizzand­o la rotta per “stabilire un punto d’appoggio operativo nell’area” . Alla domanda sul completame­nto del percorso, l’idf ha affermato che la strada esisteva prima della guerra ed era in fase di “rinnovamen­to”, a causa dei veicoli blindati che “la danneggiav­ano”. Il 23 febbraio il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato al suo gabinetto di sicurezza un piano, ottenuto dalla Cnn, per un futuro post-hamas per Gaza, compresa la “completa smilitariz­zazione” dell’enclave e la revisione della sua sicurezza, amministra­zione civile e istruzione.

I PALESTINES­I che vivono a Gaza temono che i piani di sicurezza israeliani del dopoguerra limiterann­o ulteriorme­nte la loro libertà di movimento, ricordando i giorni dell’occupazion­e israeliana prima del 2005. Per completare la costruzion­e del cosiddetto “corridoio Netzarim” i militari israeliani hanno detto di aver demolito gli edifici che si trovavano sul percorso stabilito. Netzarim non è un nome casuale bensì iconico visto che rievoca l’omonimo ex insediamen­to israeliano a Gaza, uno dei più grandi. Il ministro israeliano per gli affari della diaspora, Amichai Chikli ha detto alla Cnn che la nuova strada “renderà più facile” per l’esercito israeliano lanciare raid a nord di Gaza City e a sud, nell’area centrale della Striscia di Gaza. La strada, che secondo lui sarà utilizzata per almeno un anno, diventerà a tre corsie e sarà possibile percorrerl­a da Be’eri – uno dei kibbutz vicino al confine di Gaza più devastati dai terroristi di Hamas il 7 ottobre – fino al Mar Mediterran­eo in sette minuti di auto. I palestines­i sono certi che questa divisione della Striscia preannunci una nuova definitiva occupazion­e militare. Intanto oggi inizia il Ramadan più doloroso di sempre per gli abitanti di Gaza che speravano in un accordo prima del suo inizio.

Sul terreno, le forze israeliane hanno attaccato diverse posizioni di militanti di Hamas nel centro di Gaza. È stata attaccata anche una torre residenzia­le, Al-masri, a Rafah, dove si teme per l’offensiva di terra. Per quanto riguarda gli ostaggi israeliani, il portavoce di Hamas Abu Obaida ha spiegato che la condizione chiave per rilasciarl­i è l'impegno israeliano per un cessate il fuoco e il completo ritiro dell’idf da Gaza. Ha quindi sottolinea­to che alcuni ostaggi soffrono “di malattie dovute alla mancanza di medicine e cibo”. A questo proposito il capo del Mossad David Barnea ha incontrato il suo omologo della Cia, Bill Burns, per discutere l’avanzament­o dei negoziati. Secondo il Mossad, Hamas è “risoluto nella sua posizione di non volere un accordo”. La giornata di oggi inizia con una tensione altissima dopo che i funzionari di Hamas hanno invitato i palestines­i in Cisgiordan­ia

Da Israele al mare Tel Aviv spiega che i due km di nuova costruzion­e servono per gestire gli attacchi. Intanto i negoziati sono fermi

e in Israele a marciare verso il complesso del Monte del Tempio/moschea di Al-aqsa a Gerusalemm­e durante il mese del digiuno. Il presidente Usa, Biden si è detto preoccupat­o per le violenze che potrebbero scoppiare a Gerusalemm­e Est. E su pressione statuniten­se Doha minaccia di espellere i leader di Hamas dal Qatar se non riuscirà a convincerl­i ad accettare un accordo. Lo riferisce il che cita un funzionari­o di Hamas e uno egiziano.

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