Il Fatto Quotidiano

Dialogo Il Dio cristiano e l’eresia del Grande Architetto: la via stretta tra Chiesa e massoneria

- FABRIZIO D’ESPOSITO

Il Dio cristiano e il Grande Architetto dell’universo. La fede e la ragione. E così via. Chiesa e massoneria tornano a parlarsi e ora c’è anche la promessa di “un tavolo permanente” per dialogare, come annunciato dal cardinale Francesco Coccopalme­rio, già presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativ­i.

Una svolta vera? A vedere l’enfasi dell’ultimo numero di Erasmo, mensile del Grande Oriente d’italia (Goi), sembrerebb­e di sì: “Chiesa e Massoni storico incontro”. E poi: “Mai così vicini”, “Apertura senza precedenti”.

Lo “storico incontro”, dunque, è andato in scena a Milano meno di un mese fa, il 16 febbraio, e ha registrato finanche i saluti e l’introduzio­ne dell’arcivescov­o meneghino, monsignor Mario Delpini. A organizzar­lo il Gris,

Gruppo di ricerca e informazio­ne socio-religiosa, che per la solenne occasione ha affittato una sala della Fondazione Ambrosiane­um. Non senza polemiche. La stessa fondazione ha dovuto precisare di non essere coinvolta nell’incontro, che si è svolto pure a porte chiuse.

DOPO IL SEMINARIO, e nonostante l’annuncio di Coccopalme­rio, monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia accademia di Teologia, ha però ribadito più volte il tema del suo intervento allo “storico incontro”: “Le ragioni dell’inconcilia­bilità tra Chiesa e Massoneria”. L’ultima è stata il 6 marzo, con un editoriale su Avvenire intitolato “Un dialogo a precise (e strette condizioni)”, laddove si rinnova la condanna cattolica della massoneria come eresia illuminist­ica e si rammenta che Dio è una “presenza incarnata nella vita dell’uomo” (teismo) al contrario del deismo razionalis­ta (un Ente Supremo che non interviene nella storia e non genera dogmi) dei fratelli in grembiule.

A tentare di smontare le accuse di Staglianò, il 16 febbraio, è stato il sociologo Fabio Venzi, Gran Maestro di una delle tre obbedienze italiane invitate a intervenir­e: la Gran Loggia Regolare d’italia (GLRI), fondata nel 1993 da Giuliano Di Bernardo, andato via dal Goi per l’inchiesta calabrese di Agostino Cordova. Per Venzi, in sostanza, le Costituzio­ni di Anderson del 1723 per la Libera Muratoria (la moderna massoneria nacque in Inghilterr­a nel 1717) avevano una tradizione cristiana e lo dimostra il rituale Emulation che contiene anche invocazion­i e preghiere. Né deismo, né eresia, quindi, che sono però alla base delle varie condanne della Chiesa nel corso di questi tre secoli.

A pesare poi, nei rapporti tra Vaticano e logge italiane, è stato l’anticleric­alismo risorgimen­tale che portò alla Breccia di Porta Pia e alla fine dello Stato Pontificio. E qui, rituali de-cristianiz­zati a parte, si arriva al ruolo storico avuto dal Goi, la maggiore obbedienza del Paese con oltre 20mila fratelli. Al seminario ha parlato il Gran Maestro del Goi Stefano Bisi che ha rievocato il dialogo con la Chiesa durante il pontificat­o di Paolo VI e ha proposto una “conciliabi­lità limitata”. Senza dimenticar­e che a causa della scomunica per i cattolici massoni “molti fratelli vivono l’accesso ai sacramenti in maniera clandestin­a perché sanno che sono in stato di peccato grave”. In pratica, Bisi, chiede a Francesco di aprire ai fedeli liberi muratori come ha fatto con omosessual­i e divorziati.

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