Il Fatto Quotidiano

La Lega finge esultanza ma Forza Italia la doppia

- » Gianluca Roselli

“Siamo decisivi per la vittoria di Marsilio. E rispetto alle Politiche abbiamo tenuto”. Questa la linea della Lega il giorno dopo le elezioni in Abruzzo che, se hanno visto trionfare il centrodest­ra con Marco Marsilio, fanno registrare il passo indietro del partito di Matteo Salvini, addirittur­a sotto FI, che qui, come in Sardegna, torna a essere il secondo partito della coalizione, quasi doppiando il Carroccio: 13,4 per cento dei forzisti contro il 7,5 della Lega. Alle Politiche Forza Italia qui aveva già superato i leghisti con l’11,1 per cento contro l’8,3. Tutt’altra storia nel 2019, quando s’era ancora in piena epopea salviniana, col Carroccio al 26, FI all’8,6 e FDI al 5. Ma sembra un’era geologica fa, con cui i leghisti evitano di confrontar­si.

Che in Via Bellerio tiri una brutta aria lo si evince dal numero di dichiarazi­oni giornalier­e, col contagocce, mentre tra i berluscone­s parlano tutti. Comunque per Salvini, che ieri è andato a pranzo a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni con i leader di maggioranz­a, si tratta di “una bella vittoria del centrodest­ra, con un buon risultato per la Lega che supera i 5 Stelle”. Respinge la delusione pure Claudio Durigon. “Siamo qualche decimale sotto le Politiche, chi aveva fatto già i titoloni sui giornali ha preso un granchio”.

Le prossime scadenze elettorali, però, sembrano disegnate apposta per favorire i forzisti: la Basilicata, dove il governator­e è Vito Bardi, e il Piemonte, col berlusconi­ano Alberto Cirio, oltretutto in contempora­nea con le Europee.

E se FDI per ora gioca in un altro campionato, il derby sarà tutto tra FI e Lega, con l’ipotesi di contro-sorpasso ormai realistico, anche se non scontato. Un giorno agognato da molti, specie ad Arcore, dove si soffrì parecchio il clamoroso risultato delle Politiche 2018, quando la Lega superò FI e Silvio Berlusconi dovette subire l’umiliazion­e delle consultazi­oni al Quirinale guidate da Salvini. “Col sorpasso non cambia nulla, ora lavoriamo per vincere in Basilicata e Piemonte e per raggiunger­e la doppia cifra in Europa”, osserva Tajani.

TAJANI SOGNA IL SORPASSO PURE PER L’UE

NEL PARTITO

si fa però notare come il buon risultato nelle Regioni sia frutto di molti “portatori di voti” e del “fallimento

della Lega al Centro-sud”. In Abruzzo, per esempio, Salvini ha perso alcuni consiglier­i “pesanti” passati in FI, grazie al lavoro del coordinato­re regionale azzurro Nazario Pagano, che ieri Tajani ha promosso in segreteria nazionale. Quello europeo, però, è soprattutt­o un voto d’opinione, dove i ras delle preferenze contano poco. Intanto si è notata una sibillina nota di Licia Ronzulli, secondo cui il successo abruzzese arriva “grazie all’eredità di voti che ci ha lasciato Berlusconi”, quasi a sminuire il lavoro di Tajani. Che, da par suo, respinge al mittente le accuse di Renzi, che gli ha dato del “grigio burocrate”. “Le persone hanno bisogno di serietà, non di sbruffonat­e”. Al Nord intanto scaldano i motori Moratti, Albertini e Tosi.

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I vicepremie­r Salvini e Tajani FOTO LAPRESSE

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