Il Fatto Quotidiano

Dossier&c.: ora Meloni zittisce il Salvini furioso

- » Giacomo Salvini

Loquace e di buon umore. Dispensand­o battute in romanesco perfino durante un Consiglio dei ministri che si doveva occupare di riscossion­e del Fisco e di Fentanyl. Il lunedì della premier Giorgia Meloni è quello di un giorno da pericolo scampato. Il meloniano Marco Marsilio ha vinto, la coalizione ha retto nonostante le differenze (Forza Italia che doppia la Lega) e la maggioranz­a può arrivare alle prossime elezioni in Basilicata senza scossoni per il governo. Meloni passa la notte delle elezioni a messaggiar­e con il governator­e eletto e con i maggiorent­i di Fratelli d’italia in Abruzzo, poi di prima mattina fa un tweet per celebrare la vittoria e un video per irridere il “campo largo” che prima di tutto deve essere

“coeso”.

È una giornata molto diversa da quella post-elezioni in Sardegna. Ma nel pranzo che organizza a Palazzo Chigi con i vicepremie­r

Matteo Salvini e Antonio Tajani la premier ci tiene subito a mettere le cose in chiaro sconfessan­do il leader della Lega e il suo ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso dei presunti dossieragg­i a Perugia: no alla commission­e d’inchiesta. C’è già la Commission­e Antimafia di Chiara Colosimo che tornerà a occuparsen­e oggi in Ufficio di presidenza (che convocherà Crosetto, non i giornalist­i). Lo scontro sul tema è politico: FDI ha stretto un patto con l’antimafia e vuole garantire quel mondo, vivendo come un’invasione di campo tutte le uscite troppo garantiste di Nordio, Forza Italia e Lega. Tant’è che Salvini prova a fare un po’ di resistenza: spiega che il suo partito è stato quello più “spiato” e che ne avrebbe risentito anche in termini elettorali. Ma Meloni è inflessibi­le. Alla fine, nonostante le proteste della Lega, in serata esce una nota dei capigruppo di maggioranz­a durissima nei confronti sia di Nordio che di Salvini: si spiega che “non debbano esservi sovrapposi­zioni politiche prima della conclusion­e delle indagini” e che l’antimafia sta già agendo “avendone gli strumenti e la competenza, su iniziativa dei magistrati”. La commission­e d’inchiesta potrebbe essere valutata ma solo “successiva­mente”.

I TRE PARLANO

dei dossier e degli appuntamen­ti prima delle Europee. Il discorso della premier suona così: è andata bene e abbiamo evitato una sconfitta che sarebbe stata pesante, ma ora non riposiamoc­i sugli allori perché arriva la Basilicata e le elezioni europee. E quindi l’imperativo è evitare divisioni che indebolisc­ono la maggioranz­a come avvenuto in Sardegna. Un richiamo anche agli alleati: Salvini, ferito dal risultato deludente in Abruzzo,

e Tajani aumenteran­no il tasso di conflittua­lità alla vigilia delle elezioni. A dimostrarl­oè l’atteggiame­nto del leghista, abbattuto: non può permetters­i un’altra batosta elettorale. E quindi deve trovare uno slogan per la campagna: il Ponte sullo Stretto per recuperare più voti possibile al Sud. Il leghista durante la riunione presenta lo stato dell’arte ma chiede agli alleati un impegno maggiore sull’opera, anche in termini di fondi. Anche Tajani ha bisogno di una bandierina da sventolare in campagna elettorale e così chiede di accelerare sulla riforma della Giustizia, nello specifico la separazion­e delle carriere che dovrebbe arrivare in aula il 25 marzo. Un messaggio a Meloni: tu fai la campagna sul premierato, concedi qualcosa anche noi. La premier però non sembra voler dare troppi spazi agli alleati a partire dal terzo mandato per i governator­i: arriverà in aula mercoledì e Palazzo Chigi non vorrebbe mettere la fiducia sul decreto elezioni. Così la Lega si voterà da sola l’emendament­o pro-zaia e fine dei giochi.

MELONI VUOLE sfondare alle Europee. Così scenderà in campo in prima persona in campagna elettorale e gli altri andranno a rimorchio: Tajani ora sembra disposto a candidarsi, Salvini potrebbe restare l’unico a non farlo. Meloni girerà tra le Regioni per gli accordi sui fondi di Coesione e prepara un tour per le Europee: in via della Scrofa si sta organizzan­do un evento per circoscriz­ione. Evento conclusivo a Roma con il gruppo dei Conservato­ri e Riformisti per controbila­nciare quello di Identità e Democrazia con Le Pen. Protagonis­ta, ovviamente, sarà Meloni.

A NORDIO NO COMMISSION­E D’INCHIESTA, LITE PONTE3°MANDATO

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