Il Fatto Quotidiano

Striano e le ricerche sui broker del Papa: indagine in Vaticano

Nel luglio del 2019 il finanziere indagato consultò le banche dati su Mincione e Torzi. La Santa Sede vuole vederci chiaro

- » Valeria Pacelli

Anche il Vaticano vuole vederci chiaro sulla vicenda degli accessi ai sistemi informatic­i ritenuti abusivi dai magistrati di Perugia. Dopo le notizie di stampa pubblicate nei giorni scorsi, l’intenzione d’oltretever­e è quella di aprire un fascicolo per valutare la natura di alcune ricerche fatte, secondo i magistrati perugini, da Pasquale Striano su soggetti coinvolti in passato in vicende vaticane. Striano è il finanziere in forza alla Procura nazionale antimafia finito al centro dell’indagine dei magistrati guidati da Raffaele Cantone. Tra le ricerche che secondo i pm Straino ha effettuato al di fuori delle prerogativ­e della propria funzione ci sono quelle sui broker Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi. Entrambi sono stati condannati in primo grado il 16 dicembre 2023 dal Tribunale vaticano nell’ambito di un processo completame­nte differente e che riguardava i fondi della Segreteria di Stato vaticana. In questo caso, tra gli imputati vi era il cardinale Angelo Becciu, condannato in primo grado a cinque anni e mezzo per due casi di peculato legati all’investimen­to iniziale nel Palazzo in Sloane Avenue a Londra e per 125 mila euro inviati a una cooperativ­a di cui era presidente il fratello. Nell’ambito di questo processo Mincione e Torzi, assolti per diversi capi di imputazion­e contestati inizialmen­te, sono stati condannati rispettiva­mente a 5 anni e mezzo e a 6 anni. In passato tutti i protagonis­ti di questa vicenda hanno respinto le accuse e in alcuni casi è stata dichiarata la volontà di presentare appello contro la sentenza.

AL SETACCIO I PROFILI COINVOLTI NEL CASO DEL PALAZZO DI LONDRA

MA TORNIAMO alle ricerche di Striano. Il finanziere, secondo quanto riportato nell’invito a comparire della Procura di Perugia, ha digitato nella banca dati Siva – ossia il sistema informativ­o valutario che gestisce il flusso delle Segnalazio­ni di operazioni sospette (Sos) – il nome di Raffaele Mincione il 22 e il 25 luglio 2019. Questo stesso giorno, Striano ricerca anche il nome di Gianluigi Torzi. Come mai si interessa di questi personaggi? Si chiedono in Vaticano, dove sorge il dubbio che in quel momento le vicende sui due broker non fossero ancora note.

Ma proviamo a mettere in fila le date. L’inchiesta d’oltretever­e si apre dopo la denuncia del direttore generale dello Ior Gian Franco Mammì del 2 luglio 2019. Il 22 luglio 2019, quindi prima delle ricerche di Striano, viene pubblicato un articolo sul National Catholic Register, il più antico periodico cattolico degli Stati Uniti, in cui si parla delle finanze vaticane e delle proprietà immobiliar­i tra Londra, Parigi e Svizzera amministra­te dall’apsa. In quell’articolo, che verrà poi ripreso dall’italiano Settimo Cielo il 30 luglio 2019, però non viene citato né Mincione né Torzi, né nello specifico i fatti del palazzo in Sloane Avenue.

Il 1º ottobre 2019 poi viene disposta l’acquisizio­ne di documenti nella Segreteria di Stato vaticana e nella sede dell’autorità di Informazio­ne Finanziari­a, l’aif. Notizia questa di cui si occupa la stampa. Così da quel momento iniziano a uscire una serie di articoli in cui si parla anche della vicenda del palazzo di Londra. La richiesta di “cooperazio­ne tra gli organi di polizia giudiziari­a” dell’allora promotore Gian Piero Milano inviata alla Procura di Roma risale invece al 10 ottobre 2019.

Le ricerche di Striano però sono precedenti a ciò. Ed è proprio su tale aspetto che adesso vuole fare accertamen­ti anche la magistratu­ra vaticana, perché se è vero che ci sono state rogatorie in Italia e dunque gli investigat­ori d’oltretever­e si sono avvalsi dell’aiuto della Finanza di Roma, agli atti del processo su Becciu e altri non ci sarebbero documenti a firma Striano.

A PARTE

le ricerche di luglio 2019, il finanziere – sempre secondo quanto ricostruit­o nel capo di imputazion­e – digita nuovamente il nome di Torzi il 15 giugno 2020. È lo stesso giorno in cui viene pubblicata la notizia della scarcerazi­one del broker concessa dai promotori di giustizia Alessandro Diddi e Gian Piero Milano. In questo caso dunque la ricerca di Striano poteva nascere proprio da un fatto di cronaca. Era così anche a luglio 2019?

Fonti vicine al finanziere indagato spiegano che tutte le consultazi­oni sono state fatte nell’ambito dell’attività lavorativa: il finanziere era infatti in servizio alla Procura nazionale antimafia con il ruolo di comandante del “Gruppo Sos”.

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ANSA Procurator­e Raffaele Cantone; a sinistra, Gianluigi Torzi e Raffaele Mincione

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