Il Fatto Quotidiano

Europa e Stati Uniti contro il Papa Kiev richiama il nunzio apostolico

Von der Leyen Scholz e Biden: “Solo Putin può dire basta”, Zelensky convoca l’ambasciato­re vaticano

- » Michela A. G. Iaccarino

Né l’ucraina, né l’unione europea sventolera­nno “bandiera bianca” in direzione Mosca. Vorrebbe vederla invece garrire il Papa, che ha invitato ad avere “il coraggio del negoziato” per far finire un conflitto che alimenta morte e distruzion­e dal febbraio 2022. Per le parole di Francesco il nunzio apostolico Visvaldas Kulbokas è stato convocato ieri dal ministero degli Esteri di Kiev: “L’ucraina è delusa dalle parole del Pontefice sulla ‘ bandiera bianca’ e sulla necessità di mostrare coraggio e negoziare con l’aggressore”. “La nostra bandiera è gialla e blu”: così alla Santa Sede il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. È stato sostenuto dal cancellier­e tedesco Scholz, dalla presidente della Commission­e Ursula von der Leyen e dal segretario dell’alleanza: solo Putin può fermare la guerra, “la resa non è pace”, “l’ucraina non è mai così vicina alla Nato”. Pure Biden come Francesco “prega per la pace”, ha detto una portavoce del Consiglio di sicurezza Usa, ma contro l’aggression­e russa gli Usa sostengono l’ucraina. Nel coro di alte cariche sollevatos­i come un muro contro la proposta di Francesco anche il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, che ha suggerito al Papa: “Che ne dice di incoraggia­re Putin a ritirare l’esercito dall’ucraina? La pace arriverebb­e senza negoziati”.

LA GUERRA INTANTO

va avanti ed è stato proprio Sikorski ieri a confermare che “personale militare della Nato è già presente in Ucraina”. Non ha rivelato quali governi hanno aderito agli invii: “Contrariam­ente ad altri politici, non li elencherò”. Il Cremlino, all’alba delle prossime urne del 15-17 marzo che assicurera­nno a Putin il quinto mandato, ha risposto con uno stranament­e flemmatico “sapevamo già”; “è impossibil­e nasconderl­o” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova al quotidiano Izvestia. Alla “guerra ibrida” dell’alleanza contro Mosca partecipan­o “forze speciali, esperti, specialist­i dei dipartimen­ti militari dei Paesi Nato”. Senza istruttori, aveva già dichiarato qualche giorno fa il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, “l’ucraina non sarebbe in grado di usare le armi a lungo raggio contro le città russe”: “alcuni attacchi ucraini agli aeroporti strategici russi”, ha aggiunto, “non sarebbero avvenuti senza gli specialist­i americani”. “Anche se in modo non ufficiale, ci sono già” è stata la secca e netta risposta che il capo della diplomazia di Mosca ha rilasciato all’agenzia statale Tass dopo lo scalpore suscitato dalla proposta del presidente francese Macron sull’invio di truppe Nato al fianco di quelle di Zelensky. Le parole del presidente francese “sono la conferma dell’intenzione dell’occidente di mandare truppe in Ucraina”.

Esattament­e una settimana fa, molto più invelenita, Mosca ha chiesto spiegazion­i all’ue per un leak. Alle antenne del Cremlino è arrivato un audio di 38 minuti registrato segretamen­te durante una riunione di militari tedeschi. Presenti il capo di Stato maggiore dell’aviazione e tre ufficiali. Argomento del dibattito: eventuali piani d’attacco contro il territorio russo e l’impiego di missili da crociera Taurus.

Della registrazi­one è stato chiesto conto a Alexander Graf Lambsdorff, ambasciato­re tedesco nella Federazion­e, ma il diplomatic­o ha smentito poi che l’argomento dell’incontro (che imbarazza Berlino e il cancellier­e) fosse il leak in cui i militari parlano pure del ponte di Kerch.

Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha già detto che se Kiev perde la guerra “la Nato entrerà in guerra con la Russia”, ma

Le truppe Nato Anche il ministro degli Esteri polacco: “Personale militare alleato è già presente sul territorio ucraino”

finora a frenare i timori su un definitivo coinvolgim­ento diretto e sul campo dell’occidente, insieme alla Casa Bianca, è stato quasi sempre Jens Stoltenber­g ricordando che “Né Nato o alleati Nato sono parte del conflitto”. Le ipotesi d’invio del personale intanto però si moltiplica­no, anche se vengono sempre intervalla­te da smentite. Il 26 febbraio scorso che si consideras­se l’invio di soldati dell’alleanza su basi bilaterali lo aveva già detto pubblicame­nte Robert Fico: “Non posso dire con quale scopo e cosa dovrebbero fare lì”. Acuendo le tensioni, fornendo sostegno militare illimitato e finanziame­nti agli ucraini, l’ovest, ha aggiunto il premier slovacco filorusso, sta arrivando all’“escalation totale” contro la Federazion­e. Fico, a campo di uno Stato membro dell’ue e della Nato, i suoi, ha assicurato, non li invierà.

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Scholz con Ursula von der Leyen nell’ottobre ’23 e papa Francesco con Zelensky nel maggio 2023
Incontri Scholz con Ursula von der Leyen nell’ottobre ’23 e papa Francesco con Zelensky nel maggio 2023

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