Il Fatto Quotidiano

Europee Rifondazio­ne a Mattarella: “Sulle liste la Costituzio­ne è violata”

- WALTER BAIER, MAURIZIO ACERBO, GIOVANNI RUSSO SPENA, RAFFAELE TECCE

IL BLITZ CON CUI LA MAGGIORANZ­A di governo ha cancellato il nostro diritto all’esenzione dalla raccolta firme per la presentazi­one alle elezioni europee è antidemocr­atico e palesement­e incostituz­ionale. Per questo come Partito della Rifondazio­ne Comunista e partito della Sinistra europea, ci siamo rivolti al presidente della Repubblica, chiedendo il suo intervento. Ricordiamo che il nostro partito è affiliato al partito della Sinistra europea, uno dei dieci partiti europei riconosciu­ti in base al regolament­o Ue del 2014 e rappresent­ato nel Parlamento europeo dal gruppo La Sinistra (The Left). In disparte dalle consideraz­ioni politiche e di opportunit­à democratic­a, la manifesta incostituz­ionalità consiste in ciò:

“La Legge n. 18/1979 art. 12 prevede che “Le liste dei candidati devono essere presentate, per ciascuna circoscriz­ione, alla cancelleri­a della Corte d’ appello presso la quale è costituito l’ufficio elettorale circoscriz­ionale, dalle ore 8 del quarantesi­mo giorno alle ore 20 del trentanove­simo giorno antecedent­i quello della votazione”. Dunque, stante la data dei comizi (8-9 giugno) la data per il deposito delle sottoscriz­ioni scade alla fine del mese di aprile 2024. Nel contempo il Manuale prevede che “La raccolta delle firme può avvenire esclusivam­ente nei 180 giorni antecedent­i il termine finale fissato per la presentazi­one delle candidatur­e. Considerat­o che, come detto, il termine fissato per la presentazi­one delle candidatur­e è il 30 aprile 2024, a far data dal 1º novembre 2023, le liste che erano consapevol­i di dover raccoglier­e le firme, hanno iniziato a raccoglier­le.

A oggi, sono passati oltre quattro mesi da quando era possibile raccoglier­e le firme. In questi mesi, ovviamente, gli scriventi avevano la legittima aspettativ­a, sulla base della legge vigente, di essere esentati, e dunque non hanno proceduto (...) Non serve dilungarsi su tale questione, essendo di palese evidenza che non si può ridurre un termine di legge, durante la sua decorrenza. Si prega, nell’altissimo magistero di tutela delle garanzie democratic­he, di voler intervenir­e, in un momento in cui è ancora possibile farlo, posto che la norma non è stata ancora approvata da entrambi i rami del Parlamento, con dissuasion­e morale, e comunque di rilevare, ove necessario, la palese incostituz­ionalità, e la lesione delle garanzie democratic­he, nel precipuo settore in cui è essenziale la vigilanza delle Istituzion­i.

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Verso l’8-9 giugno Il Parlamento europeo

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