Il Fatto Quotidiano

MELONI È UNA BUGIARDA PATOLOGICA, HA IMPARATO DAL MAESTRO BERLUSCONI

- DANIELE LUTTAZZI (1. Continua)

La bugia immonda di Giorgia Meloni (“Noi non spendiamo soldi per le armi agli ucraini, non c’è niente che stiamo togliendo agli italiani”, mentre in realtà l’italia ha speso 5,4 miliardi in armi e soldi all’ucraina) è solo l’ultima in ordine di tempo. Da quando è presidente del Consiglio ha mentito ripetutame­nte (“la crescita italiana è stimata superiore a quella europea”, “abbiamo diminuito le tasse”, “abbiamo tagliato la spesa pubblica”, “abbiamo tassato le banche”, “la legge di Bilancio mette 1.400 euro in più nelle tasche degli italiani”, “il premierato non tocca i poteri del capo dello Stato”, “in passato non ho mai chiesto le dimissioni di ministri indagati”, “abbiamo fatto la prima mappatura delle coste” (falso, e l’ue ha bocciato la sua mappatura immaginifi­ca); non è vero neppure che i migranti siano un’emergenza drammatica, come sosteneva in campagna elettorale, quando faceva pure l’anti-draghi (per poi diventare iper-draghista una volta salita al potere, tanto da meritarsi il bacio accademico di Biden); Giorgia mentì anche in Parlamento sul Mes, per diffamare Conte: insomma, una bugiarda patologica. La Meloni è sincera come Valentina Nappi che fa “Ahi!” la prima volta che ci fai sesso. Il problema, tutto italiano, è che 20 anni di Berlusconi hanno assuefatto gli italiani al politico che mente spudoratam­ente.

Quando Berlusconi diede scandalo con una frase contro la civiltà islamica davanti al cancellier­e Schröder e ai giornalist­i di tutto il mondo, il giorno dopo in un’intervista a un giornale arabo affermò: “Non l’ho mai detto”. Mentire era la sua vera attività erotica: quando diceva “Abbiamo aumentato le pensioni a tutti!” gli si indurivano i capezzoli. Per anni giurò sulla testa dei suoi figli che la società off-shore All Iberian non c’entrava nulla con la Fininvest. I suoi figli ogni volta si toccavano: “A papààà!”. Era così bugiardo che in una campagna elettorale disse: “Non vi dirò mai bugie!” (Erezione visibile.) E Bonaiuti: “Ma così perderemo il voto dei bugiardi!” (Bonaiuti era il portavoce di Berlusconi, in tv gli stava sempre intorno. Era il moscone della cacca.) Così, mentre all’estero la cosa peggiore per un politico è mentire agli elettori, in Italia mentire agli elettori è una referenza. “Sa governare il Paese?” “È una bugiarda matricolat­a”. “Perfetto”. Nel frattempo si sta sfasciando tutto: economia, industria, giustizia, sanità, previdenza, scuola, ambiente. Ehi, forse anche Renzi poteva farlo, ’sto lavoro! La Meloni vuole continuare a fregarsene dei problemi del Paese, raccontand­o balle fino al termine del mandato? È un’idea. Vediamo come va a finire. Ma è giusto mentire agli elettori?

In Italia, la relazione con gli elettori è uno dei rapporti umani in cui il ricorso alla menzogna è più tollerato. I politici italiani tendono a considerar­e gli elettori italiani vulnerabil­i come bambini, e di conseguenz­a sono portati a pensare che le bugie a loro rivolte rientrino nella casistica delle cosiddette bugie a fin di bene, dette con l’intenzione di evitare dispiaceri. Ma non è facile per nessuno capire se una bugia sia di questo tipo, o se sia evitabile. La Gazzetta Ufficiale ha recentemen­te pubblicato la lettera di una madre che afferma di non sapere come comportars­i con la propria figlia di 47 anni, che ha cominciato a fare la presidente del Consiglio, ma non sembra molto portata. La madre della ragazza si chiede cosa rispondere alla figlia quando le chiede come se l’è cavata quella settimana, anche quando è ovvio che ha inanellato una stronzata dietro l’altra. “Immagino che potrei mentirle, ma non mi sento a mio agio nel farlo. Lodare troppo una presidente del Consiglio non crea problemi?” Dipende. Per esempio a Donzelli (“Meloni e Draghi si somigliano per la reputazion­e che hanno nel mondo”) nessuno.

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