Disforia di genere, Londra vieta i bloccanti della pubertà: “Dati incerti e norme violate”
Il Servizio sanitario inglese ha confermato ieri il bando dei bloccanti per la pubertà ai minori affetti da disforia di genere. Si tratta di farmaci che ‘mettono in pausa’ lo sviluppo puberale consentendo ai ragazzi disforici di avere più tempo per valutare la decisione di procedere con la transizione: in attesa di comprendere meglio i loro effetti collaterali a lungo termine, saranno disponibili solo nell’ambito della ricerca clinica.
Le decisione segue la pubblicazione di una inchiesta commissionata dal governo nel 2020 sulla gestione del supporto pubblico per i disturbi dell’identità di genere negli under 18, dopo il forte aumento dei casi di disforia negli ultimi anni. Le prime risultanze, pubblicate nel 2022 a cura della dottoressa Hillary Cass, avevano evidenziato serie criticità nella gestione dei giovani pazienti del centro londinese specializzato, il Tavistock Centre, fra cui la mancanza di dati attendibili sull’esito delle cure. Una successiva inchiesta giornalistica, raccolta nel saggio “Time to Think” di Hanna Barnes, aveva riportato diagnosi superficiali e non rispettose dei protocolli, e pressioni di organizzazioni di attivisti trans sul management. A queste inchieste è seguita una consultazione pubblica sul futuro di questi servizi a cui hanno partecipato 4 mila persone, per lo più fra il pubblico, in misura minore persone trans e specialisti. Il servizio è ora in fase di riorganizzazione: il Tavistock chiuderà a fine marzo e sarà sostituito da due centri più piccoli, mentre è in programma l’apertura di strutture regionali che offriranno un supporto olistico con sedute di neuropsichiatria, pediatria e salute mentale, per escludere che il disagio di cui soffrono sia dovuto a cause diverse dalla disforia. Il governo considera la decisione un passo avanti “nell’assicurare che le cure siano basate su evidenze scientifiche nell’interesse dei minori” mentre Stonewall, la principale associazione per i diritti trans, ha ricordato come “i bloccanti, reversibili, siano importanti per dare tempo ai giovani disforici di valutare i passi successivi”. L’inghilterra si allinea cosi a Danimarca e Svezia, che negli ultimi mesi hanno rivisto e ristretto l’accesso dei minori alle procedure per la transizione di genere. Ieri oltremanica si celebrava la giornata dei “detrans”, le persone pentite della transizione e che in alcuni casi denunciano di essere state indotte al cambio senza essere sufficientemente informate dei rischi.