Basilicata, c’è il nome giallorosa
“Conoscete un medico bravo?”. Magari è una leggenda metropolitana, ma il casting che ha portato alla scelta del candidato di centrosinistra per la Basilicata lo raccontano anche così. Fatto sta che dopo giorni e giorni di trattative e una serie di profili bruciati, è arrivata la fumata bianca: sarà Domenico Lacerenza, 66 anni, direttore della Sic (Struttura interaziendale complessa) di Oculistica dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, a correre contro Bardi, il presidente uscente appoggiato dal centrodestra.
LA SOLUZIONE
viene salutata da uno nota congiunta in cui Pd, M5S e Avs ringraziano Angelo Chiorazzo “per la sua disponibilità a offrire il suo contributo nell'individuazione, di comune accordo, di un candidato unitario”. Lacerenza va bene a Chiorazzo, che per giorni e giorni aveva detto che sarebbe stato lui a indicare il nome, ma non è una figura da lui indicata. Va bene a Roberto Speranza, che, dopo aver portato il Pd sul re delle Coop bianche, ha resistito fino all’ultimo minuto utile prima di cambiare cavallo, anche correndo il rischio di incrinare il suo rapporto con Elly Schlein. Va bene alla segretaria del Pd, che ha difeso in prima persona la linea di non andare su un candidato inviso al Movimento. Tanto che il responsabile Organizzazione, Igor Taruffi e il responsabile Enti locali, Davide Baruffi, hanno fatto riunioni su riunioni, in qualche caso sfuggendo alle botte. Va bene a Giuseppe Conte, che ha ottenuto di togliere dal tavolo Chiorazzo. E su di lui converge pure +Europa. “Per me, che mi sono sempre dedicato alla professione di medico a tempo pieno, è il primo incarico politico: mi impegnerò al massimo per essere all’altezza”, dice lui, Lacerenza, che ha dalla sua non un passato in politica, ma una rete di relazioni notevoli, vista anche la sua carriera nella sanità pubblica. E proprio la sanità sarà il cavallo di battaglia su cui il centrosinistra giocherà la partita in Lucania. Se gli elettori lo seguiranno, dopo una tarantella durata settimane, è tutto da vedere. Voci dal Movimento raccontano che Azione non potrà essere in coalizione, perché sono stati troppi gli insulti ricevuti da parte di Carlo Calenda e di Marcello Pittella. “Vada pure con Bardi tanto per lui fa lo stesso. Bisogna vedere se lo vuole il centrodestra: crea sempre litigi e confusione”, dicono fonti M5S, anche se dai piani alti ufficialmente negano veti.
PITTELLA
(contrarissimo a Chiorazzo) era pronto ad appoggiare Lacerenza e a portare su di lui il suo 10 per cento, ma dopo l’esperienza in Abruzzo, Conte è convinto che andare con i centristi gli tolga voti. Invece il re delle coop esulta: “Andiamo a vincere”. Ma la Basilicata era contendibile un mese fa. Ora la strada è in salita.