Macron convince Scholz: “Supermissili per Kiev”
Piano nobile della Cancelleria tedesca: strette di mano, sorrisi e pacche sulle spalle. Al summit del Triangolo di Weimar ieri è andato in scena un raro spettacolo di unità franco-tedesca con il primo ministro polacco, Donald Tusk, nel ruolo del mediatore. A stonare, dopo le brevi dichiarazioni dei tre leader, sono state le domande dei giornalisti: non ci sono state. Non è un dettaglio minore. Dopo questi tipi di incontri il padrone di casa, Olaf Scholz, lascia sempre spazio alla stampa. Le ultime volte in cui si è scelto di silenziare i giornalisti è stato al termine della visita (giugno 2023) del primo ministro cinese, Li Qiang, e nel 2022, dopo il bilaterale con Narendra Modi, l’indiano è conosciuto per il rifiuto categorico a qualsiasi tipo di conferenza stampa.
I RAPPORTI
tra il presidente francese, Emmanuel Macron, e Olaf Scholz sono al minimo storico. Entrambi hanno un piano per l’ucraina ed entrambi considerano la controparte come, nella migliore delle ipotesi, un freno. “Tra le altre cose, ora forniremo ancora più armi all’ucraina” ha detto Scholz sottolineando l’unico messaggio chiaro arrivato dal trilaterale: tutti vogliono aumentare la produzione di armi. Ma anche su questo ognuno ha le sue priorità. Macron spinge da tempo perché venga inserita una soglia minima negli acquisti di armi da parte di tutti gli Stati membri. Nella dottrina francese armare l’ucraina dovrebbe trasformarsi in un volano dell’economia europea, Parigi è già il secondo esportatore mondiale di armi. Su questo punto il più freddo è il polacco. Varsavia ha in atto un grande piano di espansione dell’esercito, ma gli acquisti li sta facendo Oltreoceano. Washington rimane il primo fornitore di armi in Europa e nel mondo.
Il presidente francese è arrivato alla cancelleria alle 12, ricevuto senza gli onori militari, ha dovuto spiegare al tedesco perché la sera prima, in un’intervista a reti unificate, ha lasciato capire ai francesi che l’invio di truppe in Ucraina è una possibilità reale. “Vera solidarietà con l’ucraina? Meno parole, più munizioni” ha scritto Tusk poco prima di arrivare in Cancelleria. In questo caso c’è il picchetto d’onore con tappeto rosso su cui fanno posto anche a Macron, il polacco porta il messaggio di Washington da cui è appena tornato. “I prossimi mesi saranno decisivi. Molti analisti si aspettano una grande offensiva russa quest’estate – ha detto ieri l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell, anche a lui a Washington per raccogliere le indicazioni della Casa Bianca – Qualunque cosa debba essere fatta, deve essere fatta rapidamente”. Il problema per Parigi e Berlino è decidere cosa. Scholz vuole proporsi come il cancelliere della pace, i giornali tedeschi ripetono da settimane questo punto. Il tedesco è pronto a fornire a Kiev tutto il supporto possibile e per tutto il tempo necessario, ma senza “diventare una parte attiva nel conflitto”. Per il francese invece “la Russia non può e non deve vincere questa guerra” costi quel che costi. E l’ue su questo non è coesa. Aalla prima dichiarazione sulle truppe da parte di Macron aveva precisato: “L’UE è impegnata a sostenere l’ucraina e farà tutto il possibile. Quanto alla forma e al modo dei contributi nazionali sono una prerogativa della sovranità e della competenza di ciascun membro”. Così da una parte Rheinmetall, colosso della difesa tede
sco ha annunciato l’apertura di una fabbrica di munizioni in Ucraina per passare dai 70 mila colpi annui prima della guerra a 700 mila entro fine anno e arrivare a 1,1 milioni nel 2027. Unico annuncio comune è la formazione di una “coalizione per i missili a lungo raggio”. Scholz giovedì ha bloccato al Bundestag
l’invio dei missili Taurus a Kiev. La Germania al momento ha 600 di questi razzi, ma con le linee produttive ferme per avere nuovi missili ci vorranno due anni. Per Parigi c’è invece una fabbrica in attività che costruisce gli Scalp, versione francese degli Shadow Storm inglesi, con caratteristiche simili ai Taurus.