Il Fatto Quotidiano

“L’esercito di Macron avrebbe munizioni per quattro giorni”

-

HAMAS: “NO RILASCI SENZA FINE OSTILITÀ” per la Politica Estera Ue, sostiene che “la guerra si deciderà in primavera o al massimo in estate”, una recente analisi della Cnn spiega che “la Russia è in grado di produrre 3 milioni di munizioni all’anno” mentre Usa e Europa, messe insieme, potrebbero arrivare “al massimo a 1,2 milioni”.

In questo contesto, si capisce perché alcuni analisti considerin­o “aria fritta” la promessa di missili Taurus da parte di Macron, che l’altro giorno ha visto il tedesco Olaf Scholz e il polacco Donald Tusk. Lo spiega al Fatto Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa: “Adesso si parla dei Taurus come della nuova arma miracolosa, come già era successo per gli Scalp e gli Storm Shadow. Da due anni andiamo avanti così. Ma il corso della guerra non cambia, l’unione europea non ha più nulla da dare all’ucraina in grado di cambiare l’esito del conflitto, perché abbiamo enormi problemi di produzione”.

E POI

Gaiani si spinge oltre. Non solo la differenza di armi è incolmabil­e, ma anche la sciagurata idea di mandare truppe Nato in Ucraina non sarebbe risolutiva. Perché? “Cito tre esempi. Nel 2022 un rapporto della commission­e Difesa del Parlamento francese ha stimato che le scorte di munizioni avrebbero consentito all’esercito di Parigi di sostenere tre o quattro giorni di conflitto in Ucraina. L’altro giorno la Germania ha inaugurato una nuova fabbrica di munizioni e ha fatto sapere che per ripristina­re le scorte ci vorrebbero 40 miliardi di euro. Infine, l’ultimo rapporto della Camera dei Comuni

del Regno Unito sostiene che il Paese potrebbe combattere un conflitto convenzion­ale per un massimo di due mesi”. Per questo “chiunque dovrebbe avere chiara la percezione che la guerra non può essere un’opzione, ma solo un disastro, qualcosa da scongiurar­e a ogni modo. Oggi l’unione europea è molto più debole di quanto è iniziata la guerra”. Viene da chiedersi allora come mai un leader tra i più centrali nel dibattito europeo insista con ipotesi inquietant­i. Solo un bluff? Il problema, in questi casi, è che anche solo gli annunci possono portare a conseguenz­e imprevedib­ili, come già successo per infinite guerre nella storia.

Accordi mimetici Il generale Mini confida nel fatto che “dialoghera­nno i comandi, come successe in Kosovo”

È LA TESI

del generale Marco Bertolini: “C’era da aspettarsi una deriva del genere, visto che dall’inizio della guerra in Europa non c’è stata nessuna volontà di arrivare a un dialogo, ma solo di demonizzar­e l’avversario. Siamo in un piano inclinato che ci porta verso il baratro”. A prescinder­e dalle reali intenzioni di Macron, quindi. “Io non so se il suo sia un bluff, di sicuro c’entrano anche questioni interne alla Francia – è la versione di Bertolini – ma quando si fanno certi annunci poi non è così semplice tornare indietro, a prescinder­e dalle intenzioni iniziali”. Un aspetto positivo della vicenda lo coglie invece

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy