Il Fatto Quotidiano

“Non lo sosterrò”: Mike Pence molla Trump Che mette i suoi a gestire i fondi del partito

- ROBERTO FESTA

uest’anno non sosterrò Donald Trump”. Lo dice in un’intervista a Fox News Mike Pence. La dichiarazi­one è clamorosa. Pence fu vice di Trump tra il 2016 e il 2020, ma ruppe con l’allora presidente il 6 gennaio 2021, quando decise di certificar­e la vittoria elettorale di Joe Biden. Mentre i supporter di Trump attaccavan­o il Congresso, il tyccon stesso disse che il suo vice doveva essere “impiccato” per il presunto tradimento.pence, che si è ritirato dalle primarie repubblica­ne a ottobre, aveva affermato che avrebbe sostenuto il candidato scelto dagli elettori del suo partito “chiunque egli fosse”. Ora che Trump è candidato ufficiale, fa un passo indietro. Tra le ragioni, dice, “non c’è soltanto la differenza di vedute sui miei doveri costituzio­nali il 6 gennaio”, ma contrasti profondi sulla linea politica: Trump non starebbe rispettand­o “l’impegno a ridurre il debito pubblico, a difendere la santità della vita, a contrastar­e la Cina”.

L’ex vice presidente non dice per chi voterà. Spiega che “non voterà mai per Joe Biden” e che non è interessat­o a sostenere un terzo partito. Con il suo gruppo, “Advancing American Freedom”, annuncia che nei prossimi mesi investirà 20 milioni di dollari per sostenere “cause conservatr­ici”. Questo è, al momento, l’unico modo in cui Pence intende intervenir­e nella campagna elettorale. Le sue dichiarazi­oni sono un ulteriore segnale di come una parte importante del vecchio establishm­ent repubblica­no – dai conservato­ri religiosi ai vecchi neocon ai moderati – sia profondame­nte a disagio di fronte alla candidatur­a di Trump. Nikki Haley, figlia del repubblica­nesimo di Reagan e Bush, non ha annunciato il suo sostegno a Trump, con cui si è scontrata alle primarie. Mitt Romney, espression­e del mondo conservato­re moderato del nord-est, ha dettoche non voterà Trump il 5 novembre. Lo stesso Pence, alcuni mesi fa, aveva chiesto ai conservato­ri di non farsi ammaliare “dalle sirene del populismo”.

Dubbi e timori di esponenti repubblica­ni di primo piano arrivano quando Trump mostra di avere un controllo ormai totale sul partito: non solo ha vinto con largo margine le primarie, ma ha installato due suoi fedelissim­i – Michael Whatley, del North Carolina, e la ex nuora Lara Trump – alla guida del Republican National Committee. Così, oltre alla struttura di militanti e attivisti, controller­à i canali di raccolta fondi e i finanziame­nti elettorali.

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