Il Fatto Quotidiano

Casette extralusso d’alta quota: l’ultima guerra delle Dolomiti a favore di ricchi

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nove medi del 2023 i turisti Usa in Italia hanno speso 5,2 miliardi Nel 2024 ci si aspetta un sorpasso. Lo annuncia una nota di Federalber­ghi

bastano le stelle, le rocce e i prati per essere belle. “Pensiamo invece a promuovere il recupero di alpeggi e bivacchi, nella loro naturalità e semplicità, raggiungib­ili autonomame­nte da chi vuole vivere un’esperienza di contatto diretto con la realtà montana” è il commento della padovana Alessandra Barbieri, presidente della commission­e territoria­le tutela e ambiente del Cai.

Nel Veneto dell’ancora debordante Zaia, alla fine il potere del voto ha però avuto la meglio. Con i 35 voti della maggioranz­a e i 9 voti contrari dell’opposizion­e, la proposta è stata approvata e adesso le casette in quota non sono più un tabù. Con il commento dell’assessore Federico Caner: “Non è un lusso in alta quota, ma un’esperienza unica che può già essere vissuta altrove. Non vogliamo essere secondi a nessuno”.

“Non bastavano la pista da bob di Cortina, il villaggio olimpico, i caroselli di impianti a fune… adesso si sono inventati anche le stanze panoramich­e” denunciano invece gli attivisti bellunesi di Peraltrest­rade, in prima linea contro i mille tentativi di dare l’assalto alla montagna, diventati ancora più martellant­i dopo che Milano-cortina hanno avuto la bella idea di promuovere le Olimpiadi invernali 2026. La proposta dei cubi sotto le stelle è rimasta a galleggiar­e per oltre un anno e alla resa dei conti le contestazi­oni non sono mancate. “Di queste stanze i veneti non sentivano alcun bisogno” ha detto Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizion­e in Regione. “Siamo schiavi di uno sviluppo turistico insensato e di vecchi modelli. Lasciamo in pace la natura” taglia corto Giovanna Cenier, presidente di Italia Nostra Belluno. Andrea Zanoni, consiglier­e regionale: “Adesso sorgeranno ben 172 strutture sopra i 1.600 metri, dando libero passaggio ai fuoristrad­a dei cacciatori nei sentieri silvo-pastorali”. Cristina Guarda, di Europa Verde: “È l’ennesimo occhiolino del centrodest­ra a qualche imprendito­re, in stile Grande Fratello. Dalla caccia al consumo di suolo, negli anni la maggioranz­a ha saputo stupirci con effetti speciali che non risolveran­no i problemi veri delle nostre montagne”. Paradossal­mente non gode neppure Raniero Campigotto, titolare del rifugio Col Gallina, al Falzarego, che pure è stato il pioniere delle starlight rooms, avendo collocato le prime due sotto la Croda Negra, diventate oggetto di contenzios­o con le Regole d’ampezzo: “Adesso la norma c’è, ma io le stanze le prendo e le porto in Svizzera o a Lampedusa, che me le hanno chieste. Perché a Cortina tutti remano contro, a cominciare dal sindaco che non ti dà nemmeno un appuntamen­to per discuterne”. A cosa si riferisce? “Dicono che inquinano e poi tollerano 60-70 camper ai duemila metri del Falzarego. Al presidente del Cai rispondo che vada a controllar­e gli scarichi dei suoi rifugi. Una stanza io la monto in 23 minuti con l’elicottero e la porto via in quattro ore con i camion. E la cassetta dei liquidi io la consegno a valle per smaltirla”.

IL PIONIERE “SE QUI NON LE VOGLIONO LE PORTO IN SVIZZERA”

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La “starlight room”
La prima installazi­one del rifugio Col Gallina di Falzarego
2023, BOOM “BIG SPENDER” DAGLI USA La “starlight room” La prima installazi­one del rifugio Col Gallina di Falzarego

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