Il Fatto Quotidiano

Gli azzurri battono (pure) il Galles e fanno “meta” nel miglior Sei Nazioni della storia

- » Leonardo Coen

Sconfiggen­do per 24 a 21 il Galles nel mitico Principali­ty Stadium di Cardiff, 74mila posti, dove i padroni di casa conquistar­ono nel 2019 il Grande Slam del Sei Nazioni di rugby, l’italia del pallone ovale ha smesso d’essere la cenerentol­a del torneo, e non raccatta più l’umiliante “cucchiaio di legno” che si assegna agli ultimi della classe. Ora l’onta tocca proprio al Galles, mentre l’italia allenata dal bravissimo Gonzalo Quesada, ex mediano d’apertura dei Pumas, ossia della nazionale argentina, ottiene il miglior risultato da quando è entrata, nel 2000, in questo torneo prestigios­o che si è allargato accettando­ci e da allora si chiama Sei Nazioni. Per qualche ora, addirittur­a, l’italia si è issata al terzo posto…

Una vittoria doppiament­e storica: per la classifica e per l’autorevole­zza dimostrata in campo, due vittorie (l’altra con la Scozia), un pareggio (ingiusto, l’ultima punizione finita sul palo negli ultimissim­i secondi di gara contro la Francia a Lille, quando si era 13 a 13, andava ripetuta), e solo due sconfitte. Nel giro di pochi mesi, il miracolo di Quesada: capace di plasmare una squadra coesa e molto forte fisicament­e e mentalment­e, di mettere al servizio del collettivo i talenti individual­i, ed insieme di dimostrare organizzaz­ione di gioco e padronanza tattica. Sembra facile dirlo, ma è andata proprio così. Come ha sottolinea­to Marzio Innocenti, il presidente della federazion­e italiana di rugby, questa Italia ha uno “spirito nuovo“e si è inserita in una dimensione che punta più che al presente, al futuro. Pure la nazionale under 20 ha mostrato progressi sorprenden­ti. Ed anche la nazionale femminile si difende molto bene. Quanto al ranking mondiale, oggi come oggi l’italia è nona davanti all’australia, con vista sull’ottavo posto (lo raggiunse nel 2007).

E pensare che la presenza dell’italia nel Sei Nazioni era stata messa in discussion­e al punto che qualcuno ventilava l’esclusione del quindici azzurro perché non abbastanza competitiv­o. Si sono dovuti ricredere. L’italia di Quesada ha perso con l’inghilterr­a per soli tre punti. Unico neo: la larga sconfitta a Dublino con l’irlanda, un 36 a 0 che rischiava di compromett­ere l’equilibrio psicologic­o della nostra squadra. Ieri, gli azzurri hanno dominato il Galles per quasi un’ora, con una prestazion­e strepitosa che ha portato a una bellissima meta di Monty Ioane al 20esimo del primo tempo, bissata al 46 esimo da quella di Lorenzo Pani a conclusion­e di una magnifica combinazio­ne d’attacco. Andati al riposo in vantaggio di 11 a 0, dopo la meta di Pani e la trasformaz­ione del veneziano Paolo Garbisi (mediano di apertura, cioè il regista), l’italia era già 18 a zero. Placcaggi e disposizio­ne in campo ben strutturat­a hanno reso la difesa azzurra un muro contro cui i gallesi si sono scornati. Il quindici azzurro è apparso sicuro, maturo, in grado di affrontare la veemente ripresa gallese. Come al 62esimo, col Galles scatenato. A salvare gli azzurri ci ha pensato Ross Vintcent, 21 anni con un superbo placcaggio. Uno dei nuovi protagonis­ti azzurri: nato a Johannesbu­rg, ha vissuto a Dubai (famiglia ricca), studi a Exeter, in Inghilterr­a, per abbinare università e rugby. Grazie a un nonno materno, ora indossa la maglia azzurra. Tra i tanti oriundi, c’è persino un gallese, Steve Varney. L’italia globale.

CHE RECORD FINITO IL TORNEO CON UN PAREGGIO E 2 VITTORIE

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy