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Netanyahu sfida Biden Scholz: “Tregua subito”

- » Alessia Grossi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

“Vede molte persone protestare là fuori e si dà il caso che siano palestines­i o provenient­i dal Medio Oriente. Probabilme­nte è rimasto scioccato nel vederle e, all’improvviso, ha scaricato Israele”. Così l’ex presidente, Donald Trump ha detto in un’intervista a Fox News fuori dai denti ciò che è ormai chiaro: Biden e Netanyahu sono lontani. “Sostanzial­mente ha detto che Netanyahu dovrebbe andare a farsi una passeggiat­a”, ha sintetizza­to il tycoon, anche lui d’accordo che Israele deve mettere fine rapidament­e alla guerra a Gaza e far tornare “un mondo di pace”.

Peccato che il premier israeliano sia di tutt’altro parere, e anzi, ieri, in un’intervista alla Cnn ha risposto duramente alle parole del leader del Senato Usa, Chuck Schumer che aveva definito il governo di Tel Aviv agli sgoccioli augurandos­i elezioni anticipate al più presto. “Il mio governo ha il sostegno degli israeliani”, ha detto Netanyahu. “Le sue parole sono totalmente inappropri­ate. Non siamo una repubblica delle banane”.

SECONDO IL PREMIER

anzi “la maggioranz­a degli israeliani si oppone elezioni anticipate almeno fino alla fine guerra. È ridicolo parlarne”. E sulla tregua e lo stop dell’attacco a Rafah, che “accadrà tra alcune settimane”, Netanyahu ha sfidato l’amministra­zione statuniten­se: “Se fermiamo la guerra adesso, prima di aver raggiunto i nostri obiettivi, significhe­rà che abbiamo perso la guerra”. “Ai nostri amici della comunità internazio­nale, dico: la vostra memoria è corta? avete dimenticat­o così in fretta il 7 ottobre, il peggior massacro di ebrei dall’olocausto?”. “Nessuna pressione internazio­nale ci impedirà di realizzare tutti gli obiettivi della guerra: eliminare Hamas, liberare tutti i nostri ostaggi e – ha aggiunto Netanyahu – garantire che Gaza non rappresent­i più una minaccia per Israele”. La controrisp­osta Usa è arrivata per bocca del portavoce del consiglio alla Sicurezza, John Kirby che ad Abc ha ribadito che Biden e Netanyahu

“sono due leader che hanno un lungo rapporto di lavoro. Non sono d’accordo su tutto. Non siamo d’accordo d’accordo con tutto quello che sta accadendo a Gaza, ma questo è il governo con cui continuere­mo a lavorare”. E sul possibile voto anticipato ha abbassato i toni: “Israele è un paese democratic­o”, ha detto. “Gli Usa rispettano la sua sovranità. Sta agli israeliani decidere”. A spingere perché l’offensiva su Rafah non abbia luogo è stato ieri anche il cancellier­e tedesco, Olaf Scholz in viaggio nella regione, in un incontrato con Netanyahu. Bibi ha confermato a Scholz che l’operazione su Rafah non partirà “prima che sia sgomberata la popolazion­e civile a Gaza”. E sulla spinta a maggiori aiuti alla popolazion­e della Striscia da parte del cancellier­e che ha detto: “Non possiamo restare a guarda

BOTTA E RISPOSTA BIBI AGLI USA: “NO A INTROMISSI­ONI RAFAH, PREVISTO EVACUARE I CIVILI”

re i palestines­i che muoiono di fame”, il premier ha spiegato che Tel Aviv sta facendo sforzi per aumentare gli aiuti, ma il problema è la distribuzi­one. Dal momento in cui gli aiuti sono entrati a Gaza, sono stati rubati da Hamas.

Scholz ha prima di tutto invocato un “cessate il fuoco di lunga durata”, perché se è vero che “Israele ha il diritto di combattere Hamas, il prezzo è sempre più alto. E sorge la domanda se esiste un altro modo per raggiunger­e l’obiettivo. Il terrorismo – ha spiegato – non può essere sconfitto solo con mezzi militari. Gaza e la Cisgiordan­ia appartengo­no all’autorità Palestines­e. L’autogovern­o e uno Stato palestines­e dovrebbero far parte delle esigenze di sicurezza di Israele”. Ma la tregua dipende dai negoziati, che secondo Haaretz sarebbero fermi. Mentre i morti a Gaza ieri sono arrivati a 31.645.

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Il cancellier­e Olaf Scholz con Benjamin Netanyahu ieri a Tel Aviv
In visita Il cancellier­e Olaf Scholz con Benjamin Netanyahu ieri a Tel Aviv

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