Il Fatto Quotidiano

Egitto, 7,4 miliardi da Ue e Meloni per salvare Al-sisi

- L’INTESA » Patrizia De Rubertis

Arrivano in Egitto 7,4 miliardi di euro da qui al 2027 per salvare le disastrate casse dello Stato nordafrica­no, ma soprattutt­o per tratteners­i i migranti. A staccare l’assegno al presidente Abdel Fattah Al-sisi è stata ieri la presidente della Commission­e europea, Ursula von der Leyen, che in visita al Cairo insieme alla premier Giorgia Meloni e ad altri quattro leader europei (Belgio, Grecia, Cipro e Austria), ha firmato la dichiarazi­one congiunta che pone le basi per un partenaria­to strategico tra l’ue e l’egitto. Il memorandum è relativo a sei ambiti principali tra cui l’immigrazio­ne, la sicurezza e l’economia, ma dettagli e condizioni – è stato spiegato – saranno definiti in seguito.

L’ACCORDO

prevede che l’unione europea garantisca all’egitto aiuti economici nei prossimi tre anni: 5 miliardi sotto forma di prestiti, 1,8 miliardi come investimen­ti e altri 600 milioni di euro saranno erogati come concession­i a fondo perduto. Di questi, circa 200 milioni di euro dovrebbero essere utilizzati per migliorare la gestione dei migranti presenti nel Paese e dei flussi migratori verso l’europa, sul modello dell’accordo da 150 milioni di euro già firmato tra l’ue e la Tunisia lo scorso luglio. E che, negli scorsi giorni, ha portato un gruppo di europarlam­entari ad accusare la Commission­e Ue di “finanziare i dittatori”. Ma anche il lauto bottino che ha ottenuto ieri Al-sisi ha già spaccato l’alleanza europea guidata dalla von der Leyen con liberali, una parte del Ppe e i socialisti – compreso il Pd – che hanno accusato la commissari­a di finanziare un Paese che non garantisce i diritti umani. Ma, a differenza dell’intesa siglata con la Tunisia – - assicurano dalla Commission­e europea – “quella con l’egitto mette in gioco più risorse e abbraccia diversi campi oltre a quello delle migrazioni”.

“Dobbiamo continuare a lavorare sodo per rafforzare il nostro dialogo politico. E questo è anche il modo migliore per poter affrontare i problemi dell’immigrazio­ne illegale e per poter combattere i trafficant­i di esseri umani”, ha commentato Meloni che – non parlando mai ufficialme­nte di Giulio Regeni (il ricercator­e italiano ucciso al Cairo nel 2016 ) – ha espresso “grande soddisfazi­one anche per il ruolo che ha svolto l’italia” anche per il memorandum d’intesa con la Tunisia “che – ha detto la premier – sta funzionand­o”. Al governo italiano, del resto, anche in vista delle elezioni europee, interessa soprattutt­o

’’la questione migratoria e a Meloni preme ricordare il costante calo degli sbarchi in Italia cominciato a ottobre. Dal primo gennaio al 15 di marzo sono 6.560gli sbarchi, un terzo dei 19.937 dello stesso periodo del 2023 (dati del Viminale).

Poi, sulle accuse rivolte dalla segretaria del Pd Elly

Schlein (“È vergognoso promettere risorse al regime di Al-sisi in cambio del controllo e dello stop alle partenze”), la premier ha risposto di “non essersi candidata col Pd”.

Altre auto-celebazion­i sono arrivate da Meloni durante l’incontro che ha avuto con il presidente egiziano annunciand­o l’adozione di oltre dieci memorandum d’intesa” riconducib­ili alla realizzazi­one del Piano Mattei “che vanno dall’agricoltur­a sostenibil­e al sostegno finanziari­o delle piccole e medie imprese, a progetti infrastrut­turali e sanità”. Parliamo del piano, in fase di realizzazi­one, che l’italia ha siglato con gli Stati africani, tra cui l’egitto e che ammonta a 5,5 miliardi di euro. Ma annunciato a ottobre 2022, non ha nulla di strategico: progetti vecchi, spesso già in essere, di corto respiro e con una evidente torsione verso i desiderata delle grandi partecipat­e, in particolar­e quelle dell’energia. Sul tavolo anche la questione della Striscia di Gaza.

“Quello di oggi è un accordo molto importante, perché l’egitto è diventato un Paese chiave per la sua posizione tra Gaza, Sudan e Libia, e ha ricevuto negli ultimi mesi un gran numero di immigrati, anche subsaharia­ni, molti dei quali con destino finale l’europa”, ha commentato un alto funzionari­o della

Commission­e europea. Il governo di Al-sisi, da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, che confina con l’egitto, è spaventato dal possibile afflusso di un 1,5 milione di rifugiati che preme su Rafah al punto di iniziare a costruire un muro di contenimen­to.

L’accordo Von der Leyen firma aiuti per tre anni: 200 milioni per gestire i migranti Il Pd: “Soldi a chi vieta i diritti”

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 ?? FOTO ANSA ?? Al Cairo I leader Meloni, von der Leyen, De Croo, Mitsotakis, Nehammer e Christodou­lidis
FOTO ANSA Al Cairo I leader Meloni, von der Leyen, De Croo, Mitsotakis, Nehammer e Christodou­lidis

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