Il Fatto Quotidiano

Campo Largo Quell’insostenib­ile leggerezza dei due “ego-centrini”

- FABRIZIO D’ESPOSITO

SERVE IL “CAMPO L” O QUELLO “XL”? Dopo la sconfitta in Abruzzo, sembra che la sinistra non riesca a trovare la taglia giusta per vincere. Se infatti Pd, 5 Stelle e AVS imbarcano anche Renzi e Calenda, poi parecchi elettori non si tappano il naso e non vanno a votare. E così si scopre che a sinistra l'unione non fa la forza. Ottima notizia per la Meloni, che invece quando c'è da votare e vincere fa di tutta l'erba un fascio. Intendiamo­ci, Renzi lo lascerei proprio perdere, ma con Calenda un accordo si può trovare. Come? Lavorando sui programmi, cioè le cose da fare su cui si è d'accordo, perché di punti d'incontro ce ne sono tanti. Faticoso? Sì, ma se non si fa questo lavoro preparator­io, arriva il conto salato dell'astensioni­smo dissidente. Poi ci vuole un candidato credibile e non è facile trovare una Todde per ogni Regione. Ma se si continua a discutere solo di taglie, si ripete l'annegament­o dell'abruzzo, circondato dai tre mari e sommerso dal “Mar Silio”.

MASSIMO MARNETTO

LA SUA LETTERA, gentile Massimo, riassume bene le controindi­cazioni del fatidico Campo Largo. Potrei darle mille risposte per integrare le sue riflession­i, ma lo spazio è tiranno e mi limito a tre punti. Il primo è che se nel centrosini­stra la somma non fa il totale, la causa è da ricercare innanzitut­to nel fallimento del Pd ante-schlein e anti-schlein, diventato nei lustri un partito moderato di potere. Il paradosso, allora, è che non solo il Pd ha perso voti (a milioni) e vocazione maggiorita­ria per inseguire

il centro, ma ha pure subìto scissioni centripete come quelle di Renzi & Calenda. E qui passo alla seconda questione: Azione e Italia Viva sono partitini personali, nati per nutrire l’ego dei loro fondatori. E per questo inaffidabi­li. Certo, rispetto a Renzi, Calenda è il male minore ma credo che questi centrini vadano lasciati al loro destino di consunzion­e. Anche perché la vittoria delle destre nel 2022 è figlia prevalente­mente della divisione tra dem e 5S: semmai il vero nodo di Schlein è la minoranza dem consociati­va e pseudo-riformista. Infine, la politica italiana è diventata parecchio fluida. Quando nel 2018 giurò il governo gialloverd­e chi poteva mai immaginare che quattro anni dopo Meloni avrebbe vinto le elezioni? Ecco, appunto. Il 2027 è lontano e Calenda e Renzi sono a rischio sopravvive­nza già dalle Europee.

 ?? LAPRESSE ?? Meglio soli? Carlo Calenda e Matteo Renzi
LAPRESSE Meglio soli? Carlo Calenda e Matteo Renzi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy