Campo Largo Quell’insostenibile leggerezza dei due “ego-centrini”
SERVE IL “CAMPO L” O QUELLO “XL”? Dopo la sconfitta in Abruzzo, sembra che la sinistra non riesca a trovare la taglia giusta per vincere. Se infatti Pd, 5 Stelle e AVS imbarcano anche Renzi e Calenda, poi parecchi elettori non si tappano il naso e non vanno a votare. E così si scopre che a sinistra l'unione non fa la forza. Ottima notizia per la Meloni, che invece quando c'è da votare e vincere fa di tutta l'erba un fascio. Intendiamoci, Renzi lo lascerei proprio perdere, ma con Calenda un accordo si può trovare. Come? Lavorando sui programmi, cioè le cose da fare su cui si è d'accordo, perché di punti d'incontro ce ne sono tanti. Faticoso? Sì, ma se non si fa questo lavoro preparatorio, arriva il conto salato dell'astensionismo dissidente. Poi ci vuole un candidato credibile e non è facile trovare una Todde per ogni Regione. Ma se si continua a discutere solo di taglie, si ripete l'annegamento dell'abruzzo, circondato dai tre mari e sommerso dal “Mar Silio”.
MASSIMO MARNETTO
LA SUA LETTERA, gentile Massimo, riassume bene le controindicazioni del fatidico Campo Largo. Potrei darle mille risposte per integrare le sue riflessioni, ma lo spazio è tiranno e mi limito a tre punti. Il primo è che se nel centrosinistra la somma non fa il totale, la causa è da ricercare innanzitutto nel fallimento del Pd ante-schlein e anti-schlein, diventato nei lustri un partito moderato di potere. Il paradosso, allora, è che non solo il Pd ha perso voti (a milioni) e vocazione maggioritaria per inseguire
il centro, ma ha pure subìto scissioni centripete come quelle di Renzi & Calenda. E qui passo alla seconda questione: Azione e Italia Viva sono partitini personali, nati per nutrire l’ego dei loro fondatori. E per questo inaffidabili. Certo, rispetto a Renzi, Calenda è il male minore ma credo che questi centrini vadano lasciati al loro destino di consunzione. Anche perché la vittoria delle destre nel 2022 è figlia prevalentemente della divisione tra dem e 5S: semmai il vero nodo di Schlein è la minoranza dem consociativa e pseudo-riformista. Infine, la politica italiana è diventata parecchio fluida. Quando nel 2018 giurò il governo gialloverde chi poteva mai immaginare che quattro anni dopo Meloni avrebbe vinto le elezioni? Ecco, appunto. Il 2027 è lontano e Calenda e Renzi sono a rischio sopravvivenza già dalle Europee.