Il Fatto Quotidiano

L’ombra di Orwell sulle elezioni europee

- SIMONE GIUNTI M. TRAV.

Egregio Direttore, dire che sono sconsolato è un eufemismo. Di fronte allo starnazzar­e imperante della nostra classe politica su chi ha vinto o perso le recenti regionali, sale inevitabil­mente un fastidioso senso di nausea. Vedo sempre di più Montecitor­io trasformar­si nella casa dei contadini di Orwell, dove fuori dalle finestre i maiali sporchi di sterco e bava alla bocca invidiano i contadini che detengono il potere e sobillano ribellioni nel nome di una società più giusta. E appena riescono a vincere si stabilisco­no nella loro bella casa e dimentichi poco dopo delle promesse fatte assumono le stesse sembianze dei contadini. Ho votato molti anni a sinistra sempliceme­nte perché non mi ero accorto della sporcizia sulla pelle dei maiali e del loro rivoltante trasformis­mo. Poi per molti anni ho votato scheda bianca illudendom­i che prima o poi qualcosa di serio sarebbe riapparso sulla scena. Adesso sto seriamente pensando di non andare più a votare. A Suo parere c'è ancora una possibilit­à che non tutti i maiali si trasformin­o in contadini? A quelli come me non interessa vincere di misura in Sardegna ma piacerebbe poter leggere un programma di governo comprensib­ile, un progetto di lungo respiro che vada oltre la conquista della casa dei contadini, una visione di società. Questo forse mi ridarebbe un po' di fiducia e finalmente (forse) mi passerebbe la nausea.

Caro Simone, finché avremo al governo italiano questi orribili personaggi e al governo europeo dei folli che ci trascinano verso la guerra mondiale (e nucleare), io a votare ci andrò sempre. E di corsa.

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