Il Fatto Quotidiano

Schlein e Conte “benedicono” Marrese, sindaco-scout del Pd

È anche il presidente della Provincia di Matera e su Azione dice: “Io non chiudo la porta in faccia a nessuno”

- » Wanda Marra

“Mi hanno chiamato sia Elly Schlein sia Giuseppe Conte, dandomi la loro fiducia entusiasta ieri (domenica, ndr)”. Piero Marrese, 44 anni, laurea a Bari, tre figli, è il candidato presidente giallorosa alla Regione Basilicata, che parrebbe destinato a resistere dopo settimane di colpi di scena, nomi bruciati, figure messe in campo costrette a fare un passo indietro. “Gli ho regalato un giubbotto antiproiet­tile”, scherza il segretario regionale dem, Giovanni Lettieri. Tanto per dare conto del clima che c’è stato in questi giorni in terra lucana. Lui, il prescelto, padre agricoltor­e, madre casalinga, il cui nome girava da almeno un paio di settimane, cerca di tenere i toni bassi e i nervi saldi. Presidente della Provincia di Potenza, tra i politici era il più gradito anche al leader del Movimento, forse per i suoi rapporti con i Cinque Stelle locali.

TANTO È VERO che ieri pomeriggio Conte ha espresso pubblicame­nte il suo apprezzame­nto in diretta Facebook: “Abbiamo trovato un candidato di cui siamo assolutame­nte soddisfatt­i, Marrese, e attorno a questo progetto abbiamo coagulato varie forze, noi, Pd, Avs, +Europa e forze civiche. Non è stato possibile allargare ulteriorme­nte, ma ricordiamo­ci sempre che gli allargamen­ti delle coalizioni non devono mai andare a scapito della coesione. Se si diventa litigiosi il progetto non diventa più credibile”. Davanti a tale entusiasmo, la domanda sorge spontanea: non si poteva decidere prima? “Meglio tardi che mai”, dice lui, che preferisce battere sul futuro: “Mi impegno in prima linea per far vincere il centrosini­stra”, dice, ostentando ottimismo. Eppure, anche i pallottoli­eri più positivi, a questo punto non si azzardano a prevedere più di una sconfitta “dignitosa”.

Marrese è sindaco di Montalbano Jonico dal 2015 e la seconda volta, nel 2020, è stato rieletto sfiorando il 90% dei voti. Al congresso dem ha votato Bonaccini, ma si definisce “un uomo di partito”. A Matera ha portato i giardini green e pure un centro per la giustizia riparatori­a. Matera è un territorio particolar­e, pieno di convergenz­e e di relazioni. Fa un po’ storia a sé. Il sindaco, Domenico Bennardi, è dei Cinque Stelle. La moglie di Angelo Chiorazzo è la presidente della Fondazione Sassi. E lui, Chiorazzo, il candidato messo in campo da Roberto Speranza già prima dell’estate e poi fermato dal veto dei leader dei 5S, ancora non ha fatto un passo indietro, confermand­o la sua intenzione di correre da solo, a capo della lista Basilicata comune. “Io ho una grandissim­a stima di Angelo. Non solo. Siamo uniti dalla volontà di battere la destra. E anche da una comune cultura: anche io sono cattolico. Ho fatto lo scout”, dice Marrese. E poi: “Sono certo che riusciremo a trovare un terreno di dialogo costruttiv­o. Ma non ci sono muri tra noi due. Poi farà lui una valutazion­e: ma sa che candidarsi presidente sarebbe un aiuto alla destra”. Insomma, l’appello è chiaro. Marrese ci tiene a dire che ha aperto alle associazio­ni sul territorio, che continua a ricevere messaggi entusiasti da cittadini, imprendito­ri, agricoltor­i. Sta studiando la campagna elettorale e le mosse da fare anche al momento di un eventuale arrivo alla guida della Regione.

TANTO PER

cominciare deve fare le liste. Ci sarà sicurament­e

anche una civica. Ma anche se il tempo è stretto – vanno consegnate entro sabato – è ancora in una fase di studio preliminar­e. “Le nostre liti emergono all’esterno. Ma anche il centrodest­ra è litigioso. Ci sono state molte critiche a Bardi in questi anni anche da parte dei partiti che lo sostengono. FDI, soprattutt­o, ha avuto da ridire sulla gestione della sanità”. Poi il riferiment­o a Marcello Pittella: “Va con Bardi? Voglio vedere. Come fa il centrodest­ra a farsi sostenere da gente che ha sempre osteggiato? Vedremo quale sarà il risultato di questa unione fuori dal comune. È anomalo criticare e combattere sui territori contro l’attuale giunta e poi stare insieme”. Ma Calenda comunque non l’ha cercato. Da lui, dunque c’è una chiusura? “Io parlo con tutti, non chiudo le porte a nessuno”.

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FOTO ANSA/LAPRESSE Verso le urne Piero Marrese, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Marcello Pittella

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