Il Fatto Quotidiano

Salvini: “Elettori hanno ragione” Meloni-mattarella lo sconfessan­o

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ACOLLE MUTO IL QUIRINALE NON SI CONGRATULA CON MOSCA

ncora una volta sono le dichiarazi­oni di Matteo Salvini sulla Russia di Vladimir Putin a provocare uno scossone nel governo. Dopo le frasi in cui non riusciva ad attribuire al dittatore russo le responsabi­lità sulla morte di Alexej Navalny, ieri il leader della Lega ha commentato così il voto in Russia: “Quando un popolo vota ha sempre ragione”, ha spiegato il vicepremie­r leghista. “Le elezioni – ha continuato Salvini – fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta”. Parole, che confermano la volontà di Salvini di cercare il voto degli elettori a destra di Meloni, che non sono piaciute all’interno del governo. Il primo a rispondere è stato Antonio Tajani che ha specificat­o che la politica estera dell’italia la decide il ministro degli Esteri e aggiunto che le elezioni in Russia sono state caratteriz­zate “da pressioni forti, anche v i o l e n t e ”. Giorgia Meloni nel marzo 2018, dopo le elezioni altrettant­o plebiscita­rie per Putin, si era congratula­ta conlui: “Compliment­i a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazion­e Russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivoca­bile”, aveva scritto su Twitter con parole molto simili a quelle di Salvini. Ora che è premier e responsabi­le del G7 sembra aver cambiato idea: tra lei e Salvini ieri c’è stata una telefonata che avrebbe portato il leader leghista a fare una precisazio­ne con una nota della Lega in cui si rimarcava la volontà del Carroccio di “prendere atto del voto” senza connotazio­ni “positive o negative: lavoriamo per la pace”. La posizione di Meloni, fanno sapere da Palazzo Chigi, è quella di Tajani e la premier potrebbe prendere le distanze espressame­nte da Salvini oggi nelle comunicazi­oni al Senato alla vigilia del Consiglio europeo. Ad Agorà la premier anticipa la linea spiegando che la maggioranz­a “è coesa” in politica estera visto “quello che abbiamo fatto”. A dissociars­i dal leghista è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha fatto sapere di non aver mandato alcuna lettera di congratula­zioni. Anche la vicepresid­ente della commission­e Ue del Ppe, Rasa Juknevicie­ne, interviene: “Salvini si vergognerà di queste parole”.

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