DIRITTO DI REPLICA
In merito a quanto riportato nell’articolo titolato “Rinnovabili, retromarcia Eni: gli utili solo da petrolio e gas”, Eni tiene a precisare quanto segue. Plenitude, società di Eni che detiene per il gruppo la capacità installata di rinnovabili e i punti di ricarica per veicoli elettrici (24 mila nel 2024), quest’anno raggiungerà i 4 GW di capacità e supererà gli 8 GW nel 2027 (tra il 2022 e il 2023 la potenza di rinnovabili installate è cresciuta del 36%), generando nel 2024 un Ebitda pro-forma pari a 1 miliardo di euro e nel 2027 pari a 2 miliardi di euro, con investimenti pari a 1,4 miliardi in media all’anno nel corso del Piano. Enilive, società dedicata alla mobilità sostenibile e alla produzione di biocarburanti, genererà nel 2024 un Ebitda pro-forma di 1 miliardo di euro e di oltre 1,6 miliardi di euro nel 2027, con investimenti pari a 500 milioni di euro all’anno nell’arco del Piano. Sono due delle società che Eni sta dedicando alla transizione energetica (farà lo stesso percorso con le attività di cattura e stoccaggio della CO2, della chimica bio e dell’economia circolare), che fino poco tempo fa non esistevano e che Eni, attraverso il suo approccio industriale, economico e finanziario sta facendo crescere e svilupperà in modo che vivano dei loro stessi profitti, attraendo investimenti e creando valore e sviluppo. In questo senso l’ad Claudio Descalzi ha detto che i business legati alla transizione devono generare profitto per stare in piedi: perché solo se redditizi attraggono investimenti privati e non vivono di sussidi pubblici, quest’ultima una strategia che porterebbe la transizione al fallimento.
Nell’articolo si omettono altre due affermazioni fatte da Descalzi: “La transizione energetica è irreversibile”, e “noi lo stiamo facendo”, riferito al rendere redditizi i business della transizione. Nessuna retromarcia, quindi.
UFFICIO STAMPA ENI
Grazie per la precisazione che non confuta nulla dell'articolo.