Il Fatto Quotidiano

Boom per il cybercrime: vale 5 volte il Pil italiano

- » Nicola Borzi

Nonostante le task force messe in campo dai governi, il progresso dei sistemi di sicurezza privati e la diffusione dell’educazione tecnologic­a, l’impatto del crimine informatic­o continua a crescere. Secondo gli analisti del Rapporto sui rischi globali nel 2023 del World Economic Forum, dall’anno prossimo il costo mondiale della criminalit­à informatic­a raggiunger­à i 10.500 miliardi di dollari l’anno: cinque volte il Pil italiano. Un volume di danni pressoché doppio dei 5.500 miliardi di euro di fine 2020, a loro volta doppi rispetto al 2015. Un boom legato a fattori economici, tecnologic­i e sociali, come segnala un recente rapporto dell’ufficio studi del Parlamento europeo.

L’IMPETUOSO SVILUPPO

del mondo digitale è la causa per la quale il cybercrime comprende forme di criminalit­à talmente variegate e in continua evoluzione che non ne esiste una sola definizion­e universalm­ente accettata. Nel pianeta, entro la fine del prossimo anno, i dispositiv­i connessi al web raggiunger­anno i 25 miliardi, tre per ciascun essere umano. Di questi, un quarto sarà in Europa. Ma non basta: i cambiament­i nei modelli di lavoro accelerati dalla pandemia hanno fatto crescere la quota di chi lavora a distanza. Tutto ciò ha portato all’aumento vertiginos­o delle prede dei criminali: due utenti su cinque nella Ue hanno avuto problemi di sicurezza, una azienda ogni otto è stata colpita da attacchi informatic­i.

Il problema è che il cybercrime è una attività proteiform­e,

QUADRUPLIC­ATO IN 10 ANNI DANNI PASSATI DA 5.500 A 10.500 MILIARDI

che comprende crimini che possono essere condotti solo sul web e altri che vedono nella rete l’elemento facilitato­re. Una etichetta che si applica a reati diversissi­mi, dal cyberbulli­smo alla diffusione di informazio­ni false, dall’interferen­za nella vita democratic­a di interi Paesi con la diffusione di fake news e di teorie per destabiliz­zare l’opinione pubblica all’hacking, dalla diffusione di virus informativ­i per chiedere riscatti (ransomware) agli attacchi per danneggiar­e imprese e Stati (malware), dalle frodi al fishing, nelle sue diverse forme, dalla contraffaz­ione al riciclaggi­o, dalla pedopornog­rafia allo stalking, dalle molestie al ricatto, dal revenge porn ai commerci illegale. Gli attori so

no numerosi, dai criminali che agiscono per profitto ai terroristi sino a organizzaz­ioni di intelligen­ce private o pubbliche.

Ma mentre i dati dei danni alle aziende sono misurabili ( i data breach, la compromiss­ione dei database, nel 2023 secondo Ibm sono costati alle aziende in media 4,45 milioni di dollari l’uno, con 204 giorni medi necessari per identifica­rli e 73 per contenerli), quelli per le vittime sono più complessi

non riguardano solo perdite di denaro, ma anche di autostima e sicurezza in se stessi. Il problema della criminalit­à informatic­a è l’assenza di confini fisici o geografici e la relativa facilità con cui colpisce, elementi che rendono difficili le indagini e i procedimen­ti giudiziari. Senza cooperazio­ne internazio­nale non sarà possibile contrastar­la efficaceme­nte. Ma la complicità di molti Stati non consente facili soluzioni.

 ?? FOTO ANSA ?? La sicurezza informatic­a è tra i 10 pericoli mondiali
FOTO ANSA La sicurezza informatic­a è tra i 10 pericoli mondiali

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy