Il Fatto Quotidiano

Milano, l’inter in Antimafia Ascoltati i dirigenti del club

Sotto esame gli affari e i legami assodati con la ’ndrangheta della Curva Nord. Sul tavolo, oltre a elementi d’indagine, anche gli articoli del “Fatto”

- » Davide Milosa

Non era mai successo che la dirigenza di una squadra di Serie A venisse interrogat­a da una commission­e antimafia. È accaduto a Milano venerdì scorso. Quando davanti alla Commission­e consiliare antimafia del Comune si sono sedute due figure di vertice della società di calcio Fc Internazio­nale. Il presidente dell’organismo di vigilanza, l’avvocato Adriano Raffaelli, e il Senior security manager, Gianluca Cameruccio, per ore hanno risposto alle domande su una tematica che è oggi uno dei fari della Procura di Milano: la curva Nord nerazzurra il cui ex capo Vittorio Boiocchi è stato ucciso il 29 ottobre 2022.

A partire dai dati emersi dagli atti dell’indagine della Digos dopo la morte dell’ultras interista Dede Belardinel­li ucciso durante gli scontri del 26 dicembre 2018 prima di Inter-napoli. Dinamiche interne, ma anche affari e legami assodati con la ’ndrangheta. Legami di stringente attualità per l’amicizia del capo della curva Marco Ferdico con Antonio Bellocco, già condannato per mafia, e figliol prodigo di una dinastia mafiosa di eccellenza, quella dei Bellocco di Rosarno, nonché ultima new entry nel direttivo della Nord, per come è stato presentato alle autorità. Il verbale è stato secretato.

Per quel che risulta, sul tavolo, oltre a elementi oggetto di indagine, anche alcuni articoli del Fatto, che si è occupato della vicenda sotto vari aspetti. Sabato, Ferdico ha rilasciato un’intervista e non per commentare la notizia, a suo modo storica, dell’audizione in antimafia, ma per smentire, precisare e ridare luce alla propria immagine dopo una “gogna social” scatenata da alcuni articoli anche del Fatto. Tra le varie, Ferdico, confermand­o una sua condanna per droga, smentisce lo spaccio in curva. Nel 2017 Ferdico ha patteggiat­o una pena a due anni e otto mesi per spaccio.

È il 2016 quando a Milano viene coinvolto nell’inchiesta Dexter condotta dal pm Marcello Musso. C’è di tutto in quel fascicolo: una donna legata a un ex della banda Vallanzasc­a, famiglie italiane di trafficant­i, fornitori albanesi e lui, Marco

Ferdico, colpito da ordinanza e arrestato. A suo carico un solo capo di imputazion­e, il 10, che recita: “Ferdico (...) in concorso con il già giudicato Francesco Lombardo acquistava da ignoti fornitori, riceveva, deteneva, custodiva e vendeva a (...) chili 1,065 di cocaina (...) che trasportav­a da Carugate a Brugherio, dove veniva sequestrat­a a carico del solo Lombardo (...). Avendo Ferdico intrattenu­to rapporti telefonici con (...) necessari

L’ANTICRIMIN­E: DASPO PER IL CAPO ULTRÀ FERDICO

per stabilire modalità e tempi degli incontri avvenuti anche con (...) volti a definire l’accordo su quantità e prezzo e sul luogo della consegna”.

Gli acquirenti, secondo la Narcotici, risultano membri della famiglia Auricchio originaria di Terzigno (Napoli). Droga, dunque, ma anche violenza. Per il capo della Nord, l’anticrimin­e infatti sta valutando di proporre al Questore l’emissione di un Daspo perché presente agli scontri del dopo Inter-juve del 4 febbraio. Quella sera oltre cento incappucci­ati diedero l’assalto ai pullman dei tifosi della Juve scontrando­si poi con le forze dell’ordine e ferendo alcuni agenti. Vicenda per la quale sono stati emessi già decine di Daspo e due fermi.

Sul tavolo dell’antimafia, venerdì, si sono poi sollevati dubbi sui rapporti tra curva e società ma anche su ciò che ogni domenica ruota attorno alle partite: parcheggi, paninari e una onlus. Si sono fatte domande anche su Mi-stadio, la società a metà tra Milan e Inter che ha la concession­e comunale su tutta l’area attorno al Meazza. Nel documento della concession­e si legge che “è data facoltà” alla concession­aria “dell’affidament­o a terzi (…) con gli obblighi previsti dalle leggi incluse quelle antimafia”. È noto, come ha scritto il Fatto, che in passato in una società di parcheggi scelta da Mi-stadio abbia lavorato un soggetto collegato a Boiocchi, ai narcos e al boss Giuseppe Calabrò ritenuto uno dei registi degli affari mafiosi a Milano.

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FOTO LAPRESSE Tifo nerazzurro La Curva Nord dello stadio Meazza di Milano

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