Fratelli d’europa arruola San Benedetto
Sembra quasi un raduno di “Feudalesimo e libertà”, il partito satirico nato su Facebook per proporre soluzioni medievali ai problemi politici contemporanei. Invece è il raduno – verissimo – di Conservatori e Riformisti, il gruppo europeo di cui fa parte Giorgia Meloni con Fratelli d’italia.
DA OGGI, fino a venerdì, la famiglia conservatrice sbarca a Subiaco per tre giornate di studio, dibattito e soprattutto preghiera nel nome delle fatidiche radici cristiane dell’europa. La premier non ci sarà, ma FDI è ben rappresentata dai suoi eletti di Strasburgo e di Roma, con in testa il co-presidente del gruppo, Nicola Procaccini.
Subiaco è il paese natale del ministro Francesco Lollobrigida. L’evento, che omaggia implicitamente il cognato della premier, ha un programma frizzante e imperdibile soprattutto per l’elettore laico, impreziosito da una processione, due “solenni celebrazioni eucaristiche” e una “tavola rotonda sull’eredità di San Benedetto nei valori del conservatorismo europeo”. La figura del santo, in particolare, si staglia al centro delle riflessioni degli europarlamentari: “In un momento in cui il patrimonio umanistico si stava disperdendo – si legge nella cartella stampa di presentazione – attraverso la sua ‘Regola’ egli istruì i monaci a combinare la preghiera con il lavoro, compreso quello nello scriptorium per copiare e trascrivere i testi della cultura classica. I monasteri benedettini divennero così importanti centri per l’educazione dei giovani e furono determinanti per la rinascita di un’europa linguisticamente, etnicamente e culturalmente unita”. Ci si prepara, dunque, a dotte dissertazioni storiche e teologiche (cui contribuirà una lectio magistralis del senatore e filosofo meloniano Marcello Pera). Ma in filigrana, con un po’ di cinismo, si capisce dove i conservatori vogliono andare a parare davvero: “Oggi come allora quella stessa cultura è messa in discussione dalla crescente imposizione di un’ideologia woke e di teorie di genere”. Eccole lì, ben più in basso di San Benedetto, le familiari ossessioni sulla presunta dittatura del politicamente corretto e sulle minacce del pensiero gender.
MENTRE il suo gruppo europeo si confronta sui massimi sistemi, Giorgia Meloni si prepara al voto e individua, molto più concretamente, l’obiettivo del suo partito. “Vittoria per me sarebbe confermare il risultato che mi ha portato al governo”, ha detto ieri mattina la premier in un’intervista ad Agorà, su Rai3. Significa che l’asticella individuata da Meloni è al 26 per cento, la cifra ottenuta da Fratelli d’italia nelle elezioni politiche del 2022. Allora fu un trionfo, oggi non si potrebbe dire altrettanto. Secondo l’ultimo sondaggio di Swg, FDI è appunto al 26,8% e continua a essere solidamente il primo partito, ma è il risultato più basso di un trend negativo che prosegue da diversi mesi. Nei momenti di massima popolarità il partito della premier aveva sfondato la soglia del 30%, poi è iniziato il lento declino. Meloni evidentemente lo ha registrato, dichiarando di accontentarsi di percentuali più basse di quelle che avrebbe raccolto fino ad alcune settimane fa. A Subiaco i conservatori volano altissimo, a Palazzo Chigi la presidente mette le mani avanti.