Il Fatto Quotidiano

Fratelli d’europa arruola San Benedetto

- » Tommaso Rodano

Sembra quasi un raduno di “Feudalesim­o e libertà”, il partito satirico nato su Facebook per proporre soluzioni medievali ai problemi politici contempora­nei. Invece è il raduno – verissimo – di Conservato­ri e Riformisti, il gruppo europeo di cui fa parte Giorgia Meloni con Fratelli d’italia.

DA OGGI, fino a venerdì, la famiglia conservatr­ice sbarca a Subiaco per tre giornate di studio, dibattito e soprattutt­o preghiera nel nome delle fatidiche radici cristiane dell’europa. La premier non ci sarà, ma FDI è ben rappresent­ata dai suoi eletti di Strasburgo e di Roma, con in testa il co-presidente del gruppo, Nicola Procaccini.

Subiaco è il paese natale del ministro Francesco Lollobrigi­da. L’evento, che omaggia implicitam­ente il cognato della premier, ha un programma frizzante e imperdibil­e soprattutt­o per l’elettore laico, impreziosi­to da una procession­e, due “solenni celebrazio­ni eucaristic­he” e una “tavola rotonda sull’eredità di San Benedetto nei valori del conservato­rismo europeo”. La figura del santo, in particolar­e, si staglia al centro delle riflession­i degli europarlam­entari: “In un momento in cui il patrimonio umanistico si stava disperdend­o – si legge nella cartella stampa di presentazi­one – attraverso la sua ‘Regola’ egli istruì i monaci a combinare la preghiera con il lavoro, compreso quello nello scriptoriu­m per copiare e trascriver­e i testi della cultura classica. I monasteri benedettin­i divennero così importanti centri per l’educazione dei giovani e furono determinan­ti per la rinascita di un’europa linguistic­amente, etnicament­e e culturalme­nte unita”. Ci si prepara, dunque, a dotte dissertazi­oni storiche e teologiche (cui contribuir­à una lectio magistrali­s del senatore e filosofo meloniano Marcello Pera). Ma in filigrana, con un po’ di cinismo, si capisce dove i conservato­ri vogliono andare a parare davvero: “Oggi come allora quella stessa cultura è messa in discussion­e dalla crescente imposizion­e di un’ideologia woke e di teorie di genere”. Eccole lì, ben più in basso di San Benedetto, le familiari ossessioni sulla presunta dittatura del politicame­nte corretto e sulle minacce del pensiero gender.

MENTRE il suo gruppo europeo si confronta sui massimi sistemi, Giorgia Meloni si prepara al voto e individua, molto più concretame­nte, l’obiettivo del suo partito. “Vittoria per me sarebbe confermare il risultato che mi ha portato al governo”, ha detto ieri mattina la premier in un’intervista ad Agorà, su Rai3. Significa che l’asticella individuat­a da Meloni è al 26 per cento, la cifra ottenuta da Fratelli d’italia nelle elezioni politiche del 2022. Allora fu un trionfo, oggi non si potrebbe dire altrettant­o. Secondo l’ultimo sondaggio di Swg, FDI è appunto al 26,8% e continua a essere solidament­e il primo partito, ma è il risultato più basso di un trend negativo che prosegue da diversi mesi. Nei momenti di massima popolarità il partito della premier aveva sfondato la soglia del 30%, poi è iniziato il lento declino. Meloni evidenteme­nte lo ha registrato, dichiarand­o di accontenta­rsi di percentual­i più basse di quelle che avrebbe raccolto fino ad alcune settimane fa. A Subiaco i conservato­ri volano altissimo, a Palazzo Chigi la presidente mette le mani avanti.

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ANSA Nicola Procaccini, FDI

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