Ostaggi, Hamas: “Israele rifiuta nostre proposte” Arriva Blinken
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è in arrivo in Israele proprio mentre sembra allontanarsi, almeno per ora, una possibile tregua a Gaza, con Hamas che ha addossato la responsabilità allo Stato ebraico. Sullo sfondo aleggia l’annunciata operazione militare di terra a Rafah: i piani operativi sono già pronti, ma non quelli per l’evacuazione – invocata energicamente dagli Stati Uniti – delle centinaia di migliaia di sfollati palestinesi rifugiatisi nella città più a sud della Striscia.
Contrariamente a quanto si era appreso in precedenza, Blinken alla fine ha deciso di includere nella sua ennesima spola diplomatica in Medio Oriente una tappa in Israele, dove è atteso domani. Il segretario di Stato discuterà con il premier israeliano Netanyahu e il gabinetto di guerra dei colloqui in corso per il rilascio di tutti gli ostaggi, così come “della necessità di garantire la sconfitta di Hamas, anche a Rafah, in un modo che protegga la popolazione civile, non ostacoli la fornitura di assistenza umanitaria e promuova la sicurezza complessiva di Israele”. Blinken, che ieri era a Riad, affronterà quindi il tema “degli sforzi internazionali e statunitensi per aumentare in modo significativo l’assistenza umanitaria ai civili che soffrono per la mancanza di adeguate forniture alimentari”.
Confermando ancora una volta l’operazione di terra a Rafah, Netanyahu ha però precisato che “ci vorrà del tempo” e che i piani per l’evacuazione dei civili non sono appunto ancora pronti. Intanto sembrano sempre più in salita i negoziati per la tregua e lo scambio di prigionieri. Secondo Osama Hamdan, esponente di Hamas che si trova a Beirut, la risposta di Israele a Doha alle proposte della fazione palestinese sul cessate il fuoco “è stata in termini generali negativa”.
NETANYAHU “ENTRIAMO A RAFAH DOPO I PIANI DI EVACUAZIONE”