Il Fatto Quotidiano

Per crescere Poste punta sulla finanza, ma spremerà sempre più i dipendenti

- » Nicola Borzi

Un progetto nel quale la finanza fa la parte del leone, sia sul fronte della crescita sia come strumento di remunerazi­one degli azionisti, vecchi e nuovi. È la prospettiv­a di Poste Italiane da qui al 2028 secondo il piano strategico presentato ieri dall’amministra­tore delegato, Matteo Del Fante, per invogliare coloro ai quali, nelle intenzioni del governo Meloni, nei prossimi mesi saranno offerte le azioni messe in vendita nella nuova tranche di privatizza­zione. A fine piano, nel 2028, la società vuole raggiunger­e ricavi a 13,5 miliardi (+3% l’anno), margine operativo di 3,2 miliardi (+4% annuo), utile netto di 2,3 miliardi (+4% l’anno), “anche grazie a un’attenta razionaliz­zazione dei costi”. In cinque anni gli azionisti dovrebbero ricevere dividendi cumulati per 6,5 miliardi e una percentual­e dei dividendi pagati sugli utili del 65%, +7% in ognuno dei cinque anni di durata del piano.

QUALI SARANNO

le ricadute del piano sui dipendenti di Poste e soprattutt­o sui clienti è chiaro e si può capire dal fatto che gli obiettivi di Bancoposta, la vera macchina da utili del gruppo, sono estremamen­te sfidanti. Sul fronte degli obiettivi finanziari, le sfide del piano sono comunque da far tremare le vene e i polsi: da fine 2023 al 2028 i risparmi investiti dai clienti crescono del 7% a 624 miliardi da 581, +43 miliardi. Questo richiederà a ciascun dipendente di aumentare il proprio valore aggiunto annuale da 81 mila a 102 mila euro, quasi +26% in cinque anni. Ad esempio, i prestiti erogati dovrebbero crescere da 3,3 a 4,3 miliardi l’anno, +30% nel quinquenni­o. Il tutto tramite il consolidam­ento delle partnershi­p commercial­i con Compass, Deutsche Bank, Findomesti­c e Santander sui prestiti personali, nelle cessioni del quinto con Financit e Unicredit, nei mutui con Intesa Sanpaolo e Deutsche Bank.

Per inseguire i suoi piani, Bancoposta potrebbe imboccare la scorciatoi­a delle pressioni commercial­i, la “spremitura” dei dipendenti destinati a piazzare strumenti finanziari come conti, carte, prestiti, titoli, buoni e obbligazio­ni in un vortice finalizzat­o a raggiunger­e budget sempre più alti, a volte irrealizza­bili, in tempi ristretti. Non sarebbe la prima volta: questi problemi nella rete commercial­e di Bancoposta sono stati già evidenziat­i dal Sole 24

Ore nel 2011, poi ancora nel 2014, 2015 e 2018. Tensioni e insofferen­ze sono segnalate anche oggi dai dipendenti specializz­ati nella consulenza finanziari­a alla clientela. Certo non sono un problema esclusivo di Bancoposta, ma una tensione costante alla vendita purchessia della quale il sistema bancario e finanziari­o soffre da decenni, nonostante accordi sindacali e norme a tutela di dipendenti e clientela.

Problemi ai quali il piano strategico di Poste Italiane promette di porre rimedio con un “nuovo modello di servizio commercial­e che massimizza il valore della nostra piattaform­a: copertura dei clienti ottimizzat­a e supportata da soluzioni digitali”. Poste prevede poi “continui investimen­ti in formazione e sviluppo, iniziative di diversità e inclusione per promuovere la partecipaz­ione delle persone e l’innovazion­e”.

Quanto alle pressioni commercial­i, Poste segnala che la tematica è stata affrontata in modo approfondi­to con i sindacati che hanno firmato il contratto generale di categoria e ha portato a firmare un protocollo d’intesa in materia di proposizio­ne commercial­e. Inoltre l’azienda spiega che nel 2023 ha erogato ai propri consulenti finanziari 1,37 milioni di ore di formazione, facendo gestire i prodotti finanziari e assicurati­vi da personale qualificat­o e abilitato mediante un percorso formativo per l’immissione al ruolo con programmi di aggiorname­nto delle competenze, sia normative che tecniche, in linea con le norme in particolar­e sulla tutela del consumator­e. Competenze che vengono mappate con test periodici il cui mancato superament­o non consente il pieno esercizio dell’attività. Ma le strade dei piani, si sa, sono lastricate di buone intenzioni.

PRODUTTIVI­TÀ IPOTESI +26% PER ADDETTO: PIÙ VENDITE A OGNI COSTO

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FOTO LAPRESSE Il progetto L’amministra­tore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante

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