Assange, Biden pronto a offrire un accordo “Ora patteggi se ammette un reato minore”
Per quasi tutto il suo mandato, il presidente Joe Biden non ha dato alcun segnale di voler essere diverso da Donald Trump per quanto riguarda il caso di Julian Assange. Ha continuato a cercare la sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia di essere incarcerato a vita in una prigione di massima sicurezza per aver rivelato crimini di guerra e torture. Ma ora che le elezioni presidenziali incombono, Biden sembra voglia provare a prendere le distanze: forse per non finire nella Storia come il presidente democratico che, a braccetto con il repubblicano Trump, ha mandato in galera un giornalista, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti? Di certo non un’invidiabile eredità politica. Il Wall Street Journal ha fatto filtrare la notizia che l’amministrazione Biden sta considerando la possibilità di un patteggiamento che permetta al fondatore di Wikileaks di uscire dalla prigione di Belmarsh, in cui si trova dal giorno del suo arresto, l’11 aprile 2019.
La notizia arriva mentre Assange e i suoi legali sono in attesa della sentenza della High Court, che potrebbe essere l’ultima sul suolo inglese, dopodiché gli rimarrebbe solo un appello alla Corte europea dei Diritti dell’uomo dall’esito incerto. Con l’estradizione che pende sulla testa di Assange, l’amministrazione Biden rischia di ritrovarsi una patata bollente in piena corsa elettorale: l’incriminazione di Assange fu decisa dall’amministrazione Trump, come chiamarsi fuori da una scelta così controversa, visto che Biden ha continuato sulla stessa strada? E come affrontare la prevedibile opposizione dei giornalisti Usa consapevoli che, se il fondatore di Wikileaks andrà in galera per aver rivelato informazioni vere, i prossimi a rischiare di andarci saranno loro? Per tutte queste ragioni, la possibilità di un patteggiamento è una via d’uscita che potrebbe evitare una spada di Damocle che pende tanto sulla testa di Assange quanto su quella di Biden.
“Non ci sono state date indicazioni che il Dipartimento di Giustizia intenda risolvere il caso”, ha commentato l’avvocato Barry Pollack, che rappresenta il fondatore di Wikileaks negli Usa. La notizia, fatta filtrare proprio mentre Assange è in attesa della sentenza, è un modo per fargli arrivare il messaggio che o si piega a un patteggiamento – e forse accetta di riconoscere responsabilità per reati che non ha commesso e che macchierebbero la sua reputazione – o gli Usa sono pronti a imbarcarlo su un aereo?