Dal Dubrovka a Beslan: la spina del separatismo
In Russia gli attentati nei teatri, stazioni, scuole sono stati per un ventennio la firma del terrorismo ceceno. Il 23 ottobre 2002 nel teatro moscovita Dubrovka era in corso lo spettacolo Nord-ost, una quarantina di persone, principalmente donne, fece irruzione e prese in ostaggio 850 astanti.
I sequestratori avevano preparato una videocassetta da inviare ai media. Le richieste erano irricevibili: totale ritiro delle forze russe dalla Cecenia. Putin era diventato presidente poco più di due anni prima, ad aprirgli la porta del Cremlino era stato il pugno duro contro i separatisti. Per tre giorni ci furono negoziati. Oltre 50 ostaggi vennero liberati. Ci fu più di un caso di chi venne ucciso tentando di entrare nel teatro. Verso le 5 del mattino del 26 ottobre le forze di sicurezza iniziarono a pompare gas dentro al teatro. Le prime ipotesi parlavano di un anestetico, si capì solo in seguito che era il Fentanyl, analgesico quasi 100 volte più volte della morfina. Almeno 33 terroristi e 129 ostaggi morirono durante il raid.
LE FORZE DELL’ORDINE
hanno sempre sostenuto che i morti da arma da fuoco erano superiori a quelli da avvelenamento. Circa 700 ostaggi furono intossicati, molti di questi divennero invalidi, anche diversi membri delle forze speciali che presero parte al blitz risultarono avvelenati. “Il governo ha fatto l’impossibile, salvando centinaia, centinaia di persone” disse Putin, che in un’intervista giustificò l’uso del Fentanyl per l’alto numero di ordigni esplosivi nelle mani degli attentatori. Non passano nemmeno due anni e l’orrore si ripete. Alle 9:30 del primo settembre 2004 un commando di 32 miliziani con armi automatiche e cinture esplosive, entrò nella scuola di Beslan. Il gruppo di attentatori, dopo un primo scambio di colpi con la polizia, riuscì a prendere il controllo dell’edificio e a sequestrare 1.200 persone, ammassati nella palestra. Circa 20 ostaggi, uomini adulti, vennero uccisi subito come dimostrazione alla polizia che il commando aveva intenzioni serie. Al terzo giorno, dopo negoziati infruttuosi, i terroristi permisero a due medici di entrare. Due esplosioni demolirono una parete e diversi ostaggi tentarono la fuga. Iniziò un duro scontro a fuoco tra le forze armate e gli attentatori. Ci sono diverse versioni su quanto accadde. Alcuni dicono che i terroristi fecero inavvertitamente esplodere alcune cariche piazzate nei giorni precedenti. Altri ipotizzano che furono le forze speciali ad attaccare la palestra. L’assalto durò diverse ore, con alcuni terroristi travestitisi da ostaggi in fuga. Il numero dei morti fu oltre ogni aspettativa: 386 persone, quasi la metà delle quali bambini. I separatisti cece
CECENI E UZBEKHI 2002-2017: LA SCIA DI VITTIME PER RIVENDICARE L’INDIPENDENZA
ni rivendicarono l’attentato, tra i miliziani c’erano anche diversi stranieri. Gli investigatori sostennero che c’erano legami tra il commando e al Qaeda. A fine gennaio 2011 un ceceno si fece esplodere nel principale aeroporto di Mosca. Rimasero uccise 37 persone, 173 i ferite. Dallo stesso scalo nel 2004 erano partiti due aerei fatti esplodere da due donne kamikaze. Questi attentati causarono 89 morti rivendicati dalla guerriglia cecena. Nel 2013, il 29 e il 30 dicembre, ci furono due attacchi a
Volgograd. Due terroristi islamici ciscaucasici, si fecero saltare in aria alla stazione e su un filobus: 34 morti tra cui i 2 attentatori e 85 feriti. La responsabilità, secondo le indagini, è di un gruppo del Daghestan contro l’organizzazione dei giochi olimpici di Sochi, l’anno successivo. Il 3 aprile 2017 un ordigno esplose nella metropolitana di San Pietroburgo: 14 morti e 47 feriti. L’attentatore era russo di etnia uzbeka nato in Kirghizistan. Putin era in visita in città.