Fvg, il capo dell’agenzia regionale nei guai per molestie alle colleghe
Un bicchiere di spritz in mano, una battuta sessualmente esplicita, una risata di compiacimento: “Dagliela, dagliela, che lei è brava a prenderlo”. Una delle giornaliste di Acon, l’agenzia d’informazione del consiglio regionale del Friuli-venezia Giulia, a febbraio ha messo a verbale, dopo un colloquio con il segretario generale, che il direttore di Acon, Fabio Carini, si è rivolto a lei e a un fotografo con quella espressione. “Mi censuro altri passaggi più sgradevoli” ha detto il pd Francesco Russo, vicepresidente dell’assemblea legislativa, rendendo pubblico un carteggio imbarazzante, non solo per l’interessato, ma anche per giunta e consiglio regionale, che non hanno avviato un procedimento disciplinare per accertare la fondatezza delle accuse.
“Il centrodestra ha un problema con le donne?” è il titolo della conferenza stampa indetta dal Pd, visto che giovedì il presidente Mauro Bordin della Lega aveva interrotto l’esame delle interrogazioni in aula proprio quando Russo stava per chiedere conto dell’assordante silenzio che circonda lo strano esodo dei giornalisti di Acon. Erano in 7 fino a gennaio, direttore compreso. All’improvviso se ne sono andati in 5, tra cui 4 donne, chiedendo il trasferimento o l’aspettativa. In una lettera spiegavano che non si trattava di una scelta maturata per volontà propria, ma frutto di un malessere per circostanze organizzative, professionali e umane.
Di che si trattava? Il consiglio di presidenza ha affidato al segretario generale il compito di verificarlo. Ne sono emerse dichiarazioni che potrebbero preludere a iniziative giudiziarie. Una giornalista ha dichiarato: “Non ritenevo più tollerabile la situazione complessiva, in particolare l’atteggiamento del direttore che diverse volte ha avuto pesanti apprezzamenti e atteggiamenti sgradevoli di natura sessuale nei miei confronti”. Un suo collega maschio ha aggiunto: “In presenza di giornaliste, anche non di Acon, il direttore entrava nella stanza facendo allusioni di carattere sessuale, mettendo in imbarazzo il sottoscritto e i colleghi”. Una terza voce insinua sospetti di comportamento antisindacale perché il direttore avrebbe detto: “Tu firma il contratto, ma qui poi facciamo come voglio io”.
L’accusa più grave è in un dialogo a tre. “Mentre un fotografo voleva darmi una chiavetta Usb per scaricare le foto dei lavori in aula, io ho esitato perché non sapevo a quale attività dare la priorità. Il direttore, che sopraggiungeva in quel momento con un bicchiere di spritz in mano, esclamava ‘Dagliela, dagliela, che lei è brava a prenderlo’. Aggiungendo: ‘Ma quanto è maliziosa questa ragazza’, ridendo soddisfatto della sua battuta”.
Il vicepresidente Russo per pudore non ha riferito altri brani. Davanti a lui era presente lo stesso Fabio Carini, che ha ascoltato in silenzio. In serata, tramite l’avvocato Sara Pecchiari, ha espresso “sgomento relativamente a presunti episodi appresi solamente nel corso di una conferenza stampa di un consigliere regionale. Modalità utilizzate per sviluppare attacchi puramente personali e pretestuosi paiono frutto di mere strumentalizzazioni e sono del tutto privi di fondamento”. Buon gioco aveva avuto l’esponente dem a continuare: “Non diamo giudizi, ma è nell’interesse dello stesso Carini essere messo immediatamente nelle condizioni di ottenere un contraddittorio per chiarire se tutto questo è successo. Ma a quanto ci risulta, un mese e mezzo dopo, nessuna indagine disciplinare è stata avviata. Non ci interessa che venga fatta dal consiglio regionale o dalla giunta, ma non possiamo accettare che la vicenda sia liquidata come una goliardata, o vi sia connivenza nei confronti di abusi e sessismo”.
Nel pomeriggio l’assessore Pierpaolo Roberti ha dichiarato che Carini è dipendente della giunta regionale, ma in aspettativa, essendo stato trasferito al consiglio regionale. Quindi la competenza di eventuali indagini interne non è dell’amministrazione Fedriga.