Video hard, la Roma in Figc evoca complotti e affida a un avvocato la caccia agli “spioni”
Prima era solo una strategia di comunicazione, piuttosto goffa. Adesso è una linea difensiva: la Roma si presenta in Procura in Federcalcio e grida al complotto sul caso dell’impiegata licenziata insieme al fidanzato, dopo che un calciatore della Primavera aveva trafugato e diffuso un suo video a luci rosse nelle chat di squadra. Uno scandalo mediatico, dopo lo scoop del Fatto che ha rivelato l’incredibile trattamento riservato ai due dipendenti. Un contenzioso legale, che potrebbe avere una svolta nei prossimi giorni (c’è tempo fino al 29 per presentare una denuncia che costringerebbe mezza squadra a sfilare davanti ai pm). Intanto c’è un’inchiesta sportiva e se interviene il Garante della Privacy l’as Roma rischia una multa fino al 4% del fatturato.
Dopo i due ragazzi, ieri la Procura Figc ha ascoltato Lorenzo Vitali, il direttore degli affari legali della As Roma, l’uomo che ha gestito la pratica di questo discusso licenziamento, come degli altri dipendenti epurati. L’audizione è durata un’ora e davanti al procuratore Chinè la Roma ha ribadito la posizione già espressa nel surreale comunicato della settimana scorsa: il club denuncia un attacco esterno per destabilizzare la società. Rigira la frittata, un po’ come ha provato a far passare per colpevole la ragazza vittima di un possibile reato, senza prendere provvedimenti nei confronti del calciatore. Non solo: la tesi della Roma sarebbe che, in qualità di azienda, può muoversi come meglio crede nella gestione del personale, e la giustizia sportiva non avrebbe competenza.
L’obiettivo della Procura federale però è ricostruire la catena di diffusione del video hard, per verificare le responsabilità di tesserati e capire se queste possono costituire un illecito anche sportivo. La gravità della vicenda va ben oltre il pallone, ma l’art. 4 del codice di giustizia sportiva, quello sui principi di lealtà e correttezza, è molto largo e può essere interpretato in maniera estensiva. Entro Pasqua dovrebbe chiudersi la fase istruttoria.
Intanto dall’ambiente giallorosso filtra che il club starebbe investigando per individuare il “regista” della fantomatica campagna denigratoria. Ovvero, le fonti del Fatto. Avvalendosi pure di un importante studio legale. Un’autentica caccia alle streghe alimenta il clima di terrore che si respira a Trigoria, dove anziché cercare i colpevoli forse basterebbe farsi un esame di coscienza.