Il Fatto Quotidiano

Fantocci, è lei?

- Marco Travaglio

Il cosiddetto centrodest­ra sta facendo di tutto per dimostrars­i persino peggiore di B.. Ma al momento, soprattutt­o con la fantozzian­a Operazione Puglia, è riuscito solo a rendersi ancor più ridicolo. Partito per guadagnare voti a Bari spacciando Decaro ed Emiliano per due amici della mafia, ne sta regalando altri al centrosini­stra, visto che da quelle parti tutti sanno benissimo con chi sta la mafia (l’unica consiglier­a comunale indagata per voto di scambio è stata eletta nel 2019 col centrodest­ra prima di venire astutament­e imbarcata dal Pd) e con chi l’antimafia (Emiliano da pm fece condannare centinaia di mafiosi e da sindaco ripulì Bari Vecchia, mentre Decaro è scortato da nove anni per minacce mafiose). Meraviglio­so il finto scandalo per il racconto di Emiliano sui rudi colloqui con la sorella del boss Capriati e per il selfie di Decaro con un’altra sorella e una nipote del capoclan: scandalo dovuto al fatto che le tre donne sono incensurat­e.

Ma l’apoteosi va in scena al consiglio comunale, dove i parlamenta­ri di destra tengono una conferenza stampa dando pubblica lettura dell’ordinanza del gip (mostrata su un maxischerm­o alle loro spalle) che a febbraio ha arrestato 130 persone, con tanto di intercetta­zioni. Cioè infrangono ben due leggi da essi stessi appena votate: la Cartabia sulla “presunzion­e d’innocenza” che vieta di nominare gli arrestati e il bavaglio Costa che proibisce la “pubblicazi­one integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare”, anche se non sono segrete. Alla sceneggiat­a presenzia quel gran genio del viceminist­ro Sisto, già difensore di B. nella Puttanopol­i barese e gran tifoso del bavaglio: “La scelta di non consentire la pubblicazi­one dell’ordinanza di custodia è in perfetta linea col diritto di difesa e la presunzion­e di non colpevolez­za”, disse quando la porcata divenne legge. Ora, mentre i colleghi la violavano coram populo, s’è scordato di farli arrestare seduta stante. Intanto il forzista Raffaele Nevi, a Tagadà, confessava bel bello di avere “sul telefonino la richiesta di misure cautelari della Procura” e si offriva di “leggerne un pezzettino” agitando lo smartphone a favore di telecamera con il documento doppiament­e vietato: se le ordinanze del gip non sono segrete (ma ora impubblica­bili), le richieste del pm lo sono (dunque doppiament­e vietate) e sarebbe interessan­te sapere chi gliele ha date. Purtroppo nelle carte non compaiono né Emiliano e Decaro, né le tre parenti di Capriati, tutte incensurat­e. Fossero state pregiudica­te, il centrodest­ra figlio di B., Dell’utri, D’alì, Cuffaro, Cosentino, Verdini, Formigoni & C. creperebbe d’invidia per non aver pensato di farci un

o una chiacchier­ata, ma soprattutt­o di candidarle.

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