FDI all’ambasciatore Usa: “Noi in sintonia con Trump”
Giovedì sera, al quarto piano della Camera dei deputati è arrivato un ospite d’onore: l’ambasciatore americano a Roma, Jack Markell. Il diplomatico di Washington, nominato un anno fa dall’amministrazione di Joe Biden, è stato invitato nella sala del Mappamondo per salutare deputati e senatori del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-stati Uniti. Un incontro istituzionale di routine tra l’ambasciatore in Italia e gli eletti che hanno un legame storico con Washington: a presiedere il gruppo c’è la senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, e quasi tutti parlamentari del centrodestra, da Pier Ferdinando Casini a Debora Bergamini fino ad Alessandro Cattaneo e la ex renziana Elena Bonetti. L’incontro è a porte chiuse, ma il discorso dell’ambasciatore Markell non contiene segreti: il diplomatico si sofferma sull’amicizia storica con l’italia e sugli scenari internazionali. L’ambasciatore sottolinea l’importanza del sostegno alla causa ucraina e mostra preoccupazione per l’evoluzione del conflitto in Medio-oriente. Dopo di lui prendono la parola deputati e senatori che rivendicano l’importanza del legame con gli Stati Uniti.
MA C’È UN INTERVENTO
che viene notato. È quello del deputato Andrea Di Giuseppe, eletto all’estero nelle file di Fratelli d’italia nella circoscrizione America settentrionale e centrale. Fa la spola tra Roma e Miami ed è lui la figura di collegamento tra il mondo di Giorgia Meloni e quello di Donald Trump.
Di fronte all’ambasciatore americano Markell, Di Giuseppe parla del ruolo degli Stati Uniti nel mondo, dell’importanza di avere buoni legami con Roma e pronuncia una frase che non passa inosservata ai presenti: “Il governo italiano
IL MELONIANO DI GIUSEPPE: “GIORGIA VICINA A THE DONALD, LUI VINCERÀ”
ha un ottimo rapporto con il presidente attuale e lo avrà anche con il prossimo, se cambierà…”.
Sembrerebbero parole di circostanza e invece non è così. Di Giuseppe è l’unico a rivolgersi all’ambasciatore Markell facendo riferimento al possibile cambio di amministrazione alla Casa Bianca, sembrando auspicare la vittoria di Donald Trump contro Joe Biden a novembre. Non è un segreto che il deputato di Fratelli d’italia sia un grande tifoso di The Donald ma le sue parole hanno un significato politico preciso: a otto mesi dalle elezioni americane, la premier Meloni vuole mantenere un legame con Trump, nato negli anni in cui era all’opposizione. E il discorso di Di Giuseppe – per di più all’ambasciatore americano a Roma – è servito proprio per mandare
un messaggio a Washington: Meloni ha stretto un buon rapporto con Biden ma si sente altrettanto vicina al candidato repubblicano, pur non potendolo dire pubblicamente.
EQUILIBRISMO
dovuto al suo ruolo istituzionale: da presidente del Consiglio non può mostrare di avere rapporti diretti con Trump tant’è che a febbraio ha preferito partecipare indirettamente al Cpac repubblicano in sordina, mandando una delegazione di quattro parlamentari – tra cui il segretario generale del partito dei Conservatori e Riformisti, Antonio Giordano – e senza inviare un videomessaggio come previsto inizialmente. Tutto questo mentre Matteo Salvini ogni giorno elogia l’ex presidente repubblicano elencando le sue vittorie nelle primarie.
Ma per Di Giuseppe il rapporto tra Meloni e The Donald è più che solido: “Non si parlano direttamente per ragioni istituzionali ma, come affinità, Meloni è più vicina a Trump rispetto a Biden – dice il deputato meloniano al Fatto – loro sono repubblicani, il nostro è un partito conservatore. Meloni si sta trovando bene con questa amministrazione e ancora di più con la prossima”.
D’altronde Di Giuseppe, che a luglio parteciperà da delegato alla convention repubblicana a Milwaukee, è convinto che Trump vincerà le elezioni: “È l’unico che ha fatto qualcosa in politica economica, la real America vota per lui e non per Biden”. Poi aggiunge che non ci sono contraddizioni con l’atlantista Meloni: “Non ci sono – conclude Di Giuseppe – Trump ha solo detto che ogni Paese deve pagare il suo fee (quota, ndr) annuale e sulla Russia dice cose di buon senso, è un negoziatore che si metterebbe subito al tavolo”.