Liste Europee: Schlein lancia Decaro (e critica Emiliano)
E urne. La segretaria glissa sulla sua candidatura
Tra le candidature alle Europee ci sarà “uno dei più bravi sindaci d’italia, Antonio Decaro, che ha contribuito con la sua amministrazione alla rinascita della sua città”. Così Elly Schlein, ieri a Dimartedì, ha ufficializzato la corsa del sindaco di Bari. Insieme a quella di Lucia Annunziata, come capolista al Sud, davanti proprio allo stesso Decaro. Che ha iniziato la sua campagna elettorale per Bruxelles già dalla scorsa estate e che punta a fare il pieno di preferenze, sia in primarie de facto con la segretaria, anche lei candidata, sia in vista della corsa per la successione a Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia nel 2025. Per inciso, sul racconto della visita alla sorella del boss Capriati fatto dal presidente della Puglia, Schlein ieri si è smarcata: “Non avrei detto quelle parole e non avrei fatto quel passaggio, però mettiamo in chiaro una cosa: Michele Emiliano è uno che da magistrato ha sempre lavorato per mettere in carcere i mafiosi”.
L’UFFICIALIZZAZIONE di Annunziata e Decaro ieri arriva alla fine di una segreteria che non è proprio andata liscia per la leader dem. E in qualche modo appare pure il tentativo di cominciare a far passare uno schema di gioco che vede parecchie contrarietà nel partito. È stato il responsabile Organizzazione, Igor Taruffi, a spiegare le intenzioni di scegliere 5 capolista civici per trainare le liste, mentre ha chiarito che si sta valutando la disponibilità della segretaria a correre. La prima volta in cui la questione viene affrontata in una sede ufficiale. Lo schema, in realtà, è il seguente: in testa, il candidato della società civile, poi un big del partito, terza la segretaria. Proprio su questo hanno espresso contrarietà vari membri della segreteria. Alessandro Alfieri (minoranza), per esempio, ha detto che è difficile reggere sia un capolista civico che la candidatura della segretaria. Questo vorrebbe dire pochi margini per gli altri candidati. Ma sono stati critici anche Marco Sarracino e Peppe Provenzano, che fanno parte della maggioranza che appoggia la segretaria, oltre a Debora Serracchiani.
Il timore diffuso è che, in questo modo, il partito, dovendo trainare sia il civico che la segretaria, metta in difficoltà tutti gli altri. Cosa che però trova l’obiezione da parte dei più vicini a Schlein: l’organizzazione non è più quella di una volta, che porta i voti in maniera così uniforme. Di certo Schlein si è riservata di prendersi qualche altro giorno per ufficializzare.
Non sono mancati gli strascichi. Alla fine della segreteria, è uscita una nota con “fonti Pd” che raccontavano come “tutti i componenti” avessero chiesto alla segretaria di candidarsi. La cosa ha destato un certo malumore: è sembrato un tentativo di forzare la mano, non tanto sulla candidatura stessa (sulla quale effettivamente nessuno si è detto contrario), quanto sulle modalità.